Da agnostico quale sono in questi giorni riflettevo sul messaggio della natività e su quanto questo sia capito e applicato da chi si dice cattolico. In questo mondo nel quale un ministro della Repubblica giura sulla scritture ed esibisce il rosario viene il dubbio che forse il dirsi credente sia solo un modo per accreditarsi nei confronti degli elettori. Come si possa conciliare una posizione fortemente razzista con il messaggio evangelico, con il continuo richiamo al crocifisso, al presepe e a tutti i simboli cristiani. E' pur vero che la maggior parte di chi si dichiara credente in realtà non lo è, e questo perchè in Italia al religione è più tradizione e superstizione che scelta di vita, ma trovo veramente ributtante professare la propria religione e poi, nei fatti, dimostrare di essere soltanto un piccolo razzistello di paese... Il messaggio del Natale è di pace, accoglienza, rispetto... tutto il contrario di quello che i cari credenti di questa nazione professano.
Un buon natale di solidarietà, accoglienza, pace e per chi crede in Cristo, un buon natale in famiglia!
Libri, cucina, baseball, calcio, sport in genere, politica e varia umanita'.
lunedì 24 dicembre 2018
giovedì 15 novembre 2018
Gli incapaci al potere
E’
di ieri sera il maxi ingorgo di Piazza Baldissera che ha intrappolato
per ore migliaia di torinesi in auto e sui mezzi pubblici. Le
avvisaglie c’erano già state nei mesi passati e l’apertura del
nuovo Corso Venezia non ha fatto che, come prevedibile, peggiorare la
situazione.
Questa
mattina gli illuminati componenti del Consiglio Comunale di Torino a
cinque stelle si sono affrettati a dare la colpa di tutto alle
precedenti amministrazioni e ai cittadini che si intestardiscono a
non voler usare biciclette e affini. Ovviamente la situazione non è
riconducibile a questo ma a una pessima gestione del problema, quando
la spina venne progettata era previsto un sottopasso che la nuova
giunta ha cassato rinunciando ai 30 milioni disponibili per la
costruzione (
fonte 1 , fonte
2 ) è evidente che una rotonda di quelle dimensioni e con tutte
quelle vie di accesso non possa che bloccarsi appena il traffico
aumenta. La soluzione adottata nell’ultimo periodo dalla fulgida Assessore Lapietra è stata quella di restringere ancora di più gli
accessi creando le vie preferenziali per i bus in modo da avere un
grazioso effetto imbuto.
Un
altro rappresentante di questa maggioranza di cialtroni (che non
nomino perché non merita pubblicità) si è scagliato sui cittadini
rei di non voler passare ai velocipedi e apostrofando in malo modo
chiunque abbia avuto l’ardire di contraddirlo, aldilà della
maleducazione del soggetto è evidente che basi le sue deliranti
teorie su se stesso e che la composizione demografica di Torino, il
tipo di clima, l’offerta di trasporto pubblico, le distanze da
percorrere non siano compatibili con una mobilità di quel tipo.
Esiste
un unico metodo per convincere i cittadini ad utilizzare forme
diverse di trasporto ed è quello di avere mezzi pubblici efficienti,
puntuali, veloci, che coprano tutta la città e garantiscano il
rispetto degli orari di lavoro. Senza di tutto ciò pensare di
trasformare un città come Torino nel paradiso della bicicletta è
una, solenne, minchiata.
Da
soggetti come questi è impossibile che arrivino vere e proprie
soluzione ai problemi di traffico della città ma affrontandoli a
caso come stanno facendo con Piazza Baldissera o con intento punitivo
come il Progetto
ZTL ,che l’Assessore sta portando avanti nonostante la
contrarietà di tutti quelli che hanno ancora un po’ di sale in
zucca, di sicuro non si fa il bene dei cittadini.
martedì 6 novembre 2018
Manifestare contro il declino
Torino è in fermento per la, speriamo, grande
manifestazione di Sabato 10 novembre. La galassia che manifesterà sarà,
probabilmente, la più eterogenea mai vista in città e andrà da alcuni
sindacati, alle associazioni produttive, al commercio, ai singoli cittadini.
Raramente a Torino si è vista una tale unione di intenti per protestare contro
un'amministrazione.
Qui non si tratta di essere SiTav o NoTav, si tratta di manifestare contro l'evidente declino della città. Nulla di quanto promesso in campagna elettorare è stato fatto se non qualche annuncio di facciata sovente ad accompagnare atti risalenti a giunte precendenti.
Il problema serio travalica le questioni ideologiche e politiche ma attiene soprattutto alla visione del futuro. Nel bene e nel male dalla giunta Castellani in poi l'amministrazione aveva chiaro l'obiettivo: trasformare una città da strettamente manifatturiera in una città aperta al turismo, alla cultura, al terziario e alla tecnologia. La massima spinta sono state le Olimpiadi del 2006 che hanno svelato al mondo una Torino diversa e questo ha fatto sì che sia diventata una delle mete del turismo nazionale e internazionale.
Sicuramente nel tempo la spinta propulsiva è andata scemando anche se i grandi eventi e le grandi mostre internazionali hanno mantenuto la città sulla linea di galleggiamento. Con l'arrivo dei cinque stelle però tutto ciò è scomparso nel nome della decrescita, della paura di assumersi delle responsabilità, di cervellotici tavoli di lavoro, dopo due anni di nulla nei quali non è migliorata la qualità di vita nelle periferie, non sono diminuiti i poveri, non sono aumentati i turisti, non è migliorata l'occupazione, la mozione NoTav rappresenta la ciliegina su una torta ammuffitta.
L'evidenza della mancanza di un progetto per la città è ormai palese non ci sono stati investimenti per attirare imprenditore, se non viaggi farlocchi negli Emirati Arabi attratti da investimenti inesistenti. Si è disinvestito nella cultura, non che avessi dubbi visto che il pensiero della Signora Sindaco era evidente dal famoso filmato della campagna elettorale, si penalizza il centro città che dovrebbe essere il gioiello da lustrare per i turisti con cervellotiche ZTL e nulla si è fatto per contrastare il suo spopolamento commerciale a favore dei grandi centri commerciali che continuano a proliferare nonostante il "No" di facciata degli amministratori.E' ulteriormente peggiorato il già carente trasporto pubblico, la pulizia delle strade è ormai un miraggio, i giardini non hanno praticamente più manutenzione. Tutto questo condito da un caos organizzativo che è poi quello che ha portato ai fatti di Piazza San Carlo, che ha fatto si che dalle 5 edizioni di Cioccolatò si riuscirà ad averne, forse, una. Malaoganizzazione palese quando si parla dei mercatini di natale oppure della buffonata della Maratona in contemporanea con Artissima.
Per tutto questo è necessario che i torinesi facciano pervenire all'amministrazione la loro voce forte e chiara.
Fermiamo il declino!
mercoledì 24 ottobre 2018
Perché allargare e prolungare la ZTL torinese è una stupidaggine
Fin dagli anni’90
a Torino esiste una Zona a Traffico Limitato (ZTL), la sua creazione
nasceva da un tentativo di arginare il traffico di chi utilizzava il
centro come attraversamento della città e, unito alla sosta a
pagamento, a garantire la rotazione dei parcheggi. Con varie
modifiche la ZTL ha resistito fino ad oggi.
Il nuovo progetto di
allargamento e prolungamento della ZTL creato da questa giunta
comunale invece poggia su basi completamente diverse e
sostanzialmente errate:
- riduzione
inquinamento, però dai dati delle centraline torinesi risulta che la
peggior qualità dell’aria è in Piazza Rebaudengo (e la cosa ha un
senso considerato che è uno snodo importantissimo per la
circolazione).
- riduzione del
traffico, già oggi con i provvedimenti in corso il traffico interno
alla ZTL è pressoché inesistente si rianima un po’ dopo le 10,30
ma veri e propri ingorghi non si verificano (basterebbe che i signori
della giunta uscissero ogni tanto dai loro uffici per rendersene
conto)
- incentivare una
mobilità sostenibile, a parte il fatto che “mobilità sostenibile”
non significa nulla se non spiegando per chi. L’idea che il centro
venga ridotto a un’enorme area ciclabile è una stupidaggine che
solo l’ideologica veteroambientalista poteva partorire. La mobilità
ciclistica è ampiamente garantita dalle innumerevoli aree pedonali e
dallo scarso traffico presente.
È evidente che
nessuna di queste motivazioni sia reale e corrisponda invece ai veri
obiettivi di questa giunta:
- fare cassa con i
permessi
- penalizzare il
centro, i suoi residenti e i suoi commercianti a favore degli
innumerevoli centri commerciali che continuano a sorgere a Torino (e
che si erano impegnati a non autorizzare e invece si scopre, notizia
di ieri, che il comune spenderà 800.000 euro per il restauro delle
facciate dei Quartieri Militari e che questi soldi arriveranno dagli
oneri di urbanizzazione, è quindi evidente che continueranno ad
autorizzare centri commerciali per fare cassa). D’altronde che
questa giunta veda il centro come covo di privilegiati da punire è
noto.
- Ideologia, alcuni
consiglieri comunali (di cui non faccio il nome per non dare una
visibilità che non meritano) e alcuni assessori che sono convinti
che l’unico mezzo di trasposto sostenibile sia la bicicletta. Ma è
una visione tipica di chi non ha mai dovuto fare i conti con gli
impegni di un lavoro vero, di una famiglia e della necessità di
muoversi velocemente all’interno della città.
Mi permetto di fare
due considerazioni se a Torino si vuole una “mobilità sostenibile”
(qualunque cosa voglia dire) migliorate il trasporto pubblico
rendendolo efficiente e conveniente. Abbandonate l’ideologia del
“tutti in bici” non tutti i cittadini hanno l’età per farlo e
non tutti possono permettersi di farlo vuoi per la distanza da
coprire o vuoi perché devono trasportare altre persone oppure
oggetti. E se veramente avete a cuore l’interessa dell’ambiente
intervenite sull’inquinamento ma in modo reale e non punitivo e
invito i responsabili a leggere questo
articolo della Stampa
P.S. è di oggi
anche la notizia che alla rotonda Maroncelli verranno piazzati due
semafori invece che un sottopasso, le lunghe attese ai semafori
provocheranno un aumento folle di polveri sottili.
martedì 16 ottobre 2018
La storia questa sconosciuta
Le polemiche
innescate dalla Meloni sul cous cous all’interno di un menù
scolastico lombardo ha ormai assunto toni grotteschi, in nome di
un’italianità non ben precisata si è deciso che il cous cous sia
un cibo “islamico” (qualunque cosa voglia dire visto che non
esistono cibi religiosi) e quindi indice dell’odiata sostituzione
etnica di cui blaterano sovente questi signori. Ebbene il cous cous è
un piatto tipico siciliano e sardo presente nella dieta italiana da
metà ‘500 e comune a molti paesi che si affacciano sul
mediterraneo comprese Spagna e Francia (è di metà ‘600 una
cronaca che descrive un pasto a base di cous cous servito a Tolone) è
poi piatto tipico di molte comunità non islamiche come Israele,
Libano ecc… E’ evidente come il problema sia semplicemente e
maggiormente legato all’ignoranza. Per altro è uno dei piatti che
indica come l’Italia sia uno dei paesi più meticci d’Europa
considerata la grande quantità di popolazioni che, a vario titolo,
sono passate dalla penisola: Etruschi, Celti, Greci, popolazioni
germaniche varie, Fenici, Cartaginesi, popolazioni nord-africane,
Arabi, Turchi, Bizantini, Longobardi, Normanni, Spagnoli, Francesi,
Austriaci ecc… tutti questi popoli insieme all’enorme mole di
schiavi utilizzati durante la dominazione romana hanno fatto si che
la popolazione italiana sia un misto di etnie come, forse,
nessun’altra al mondo. E questo si ripercuote anche sulla cucina
tradizionale percui su e giù per la penisola troviamo piatti di
origini antiche e incerte frutto di contaminazioni di ogni tipo. La
cucina italiana che intendiamo oggi è perlopiù “moderna” e in
gran parte legata alla scoperta del nuovo mondo pomodori, patate,
mais che oggi sono tra i prodotti più utilizzati. La patata viene
utilizzata in cucina solo a partire dal ‘700 (ben dopo il cous cous
direi!), l’utilizzo del mais è tardo cinquecentesco e ha portato
in dote anche la pellagra. Il Pomodoro (che non era rosso ma giallo
da cui il nome) viene introdotto in Europa a metà cinquecento
utilizzato come pianta ornamentale, ci andranno circa 150 anni perché
inizi a essere usato in cucina. Come sempre la propaganda si
accompagna all’ignoranza senza pensare che non esistono fenomeni
che in un punto o l’altro della storia non siano già accaduti.
giovedì 4 ottobre 2018
Scemenze in libertà
Il
Ministro Di Maio dice che il reddito di cittadinanza non potrà
essere usato per le spese “immorali”, la
Sottosegretariasenzadeleghe Castelli dice che se lo utilizzerai
all’Unieuro la finanza verrà a chiederti spiegazioni. Tralascio di
commentare la seconda affermazione perché siamo nel campo del
ridicolo mentre mi soffermerei sulla prima, “Spese immorali”,
come decidiamo cosa sia o cosa non lo sia, le sigarette sono
immorali? La fettina di filetto? l’agnello a pasqua? I
preservativi? Per ogni gruppo religioso, sociale ecc… il limite tra
morale e immorale è molto diverso, il ministero creerà una sorta di
tribunale per vagliare ogni singola spesa, oppure ci saranno
commissioni territoriali e se capiti in una commissione presieduta da
un vegano gli acquisti di carne saranno morali o immorali, e se fosse
fondamentalista cattolico come si comporterebbe con preservativi e
pillola? Insomma da qualunque parte la si voglia vedere siamo di
fronte a una baggianata che se fosse uscita dalla bocca di un
qualsiasi ministro di un governo precendente sarebbe stata
sbertucciata da tutti i giornalisti a partire da Travaglio che invece
sta volta tace.
lunedì 30 luglio 2018
Costruire il nemico, riflessioni sull'attualità
“Per
tenere i popoli a freno,
di
nemici bisogna sempre inventarne,
e
dipingerli in modo
che
suscitino paura e ripugnanza.”
(Umberto
Eco)
Una
delle ultime opere di Eco si intitola “Costruire il nemico” nel
quale pubblica articoli pubblicati in diverse occasioni. Negli anni,
fin dal Pendolo, Eco ha indagato il meccanismo della costruzione della
bugia, del falso, del nemico. Con il pretesto del romanzo infatti
riusciva ad andare a analizzare cosa spinge l’essere umano a
mentire, che sia per tornaconto personale (Baudolino), oppure per
gioco che finisce in tragedia (il pendolo), o perché si fa parte del
gioco dello spionaggio e della politica (Il cimitero).
Nella
prefazione del citato “Costruire il nemico” Eco scrive: “Anni
fa a New York sono capitato con un tassista dal nome di difficile
decifrazione e mi ha chiarito che era pakistano. Mi ha chiesto da
dove venivo e gli ho detto dall’Italia. Mi ha chiesto quanti siamo
ed è stato colpito che fossimo così pochi e che la nostra lingua
non fosse l’inglese. Infine mi ha chiesto quali sono i nostri
nemici. Al mio “prego?” ha chiarito pazientemente che voleva
sapere con quali popoli fossimo da secoli in guerra per
rivendicazioni territoriali, odi etnici, continue violazioni di
confine e così via. Gli ho detto che non siamo in guerra con
nessuno. Pazientemente mi ha spiegato che voleva sapere quali sono i
nostri avversari storici, quelli che loro ammazzano noi e noi
ammazziamo loro. Gli ho ripetuto che non ne abbiamo, che l’ultima
guerra l’abbiamo fatta più di mezzo secolo fa, e tra l’altro
iniziandola con un nemico e finendola con un altro. Non era
soddisfatto. Come è possibile che ci sia un popolo che non ha
nemici?...”
Questo
brano dovrebbe far riflettere sull’utilizzo della paura e del
nemico da parte del potere che si avvale di una potentissima macchina
propagandistica. in questi anni, i due partiti oggi al potere, hanno
creato “il nemico” e pur di mantenerlo, nonostante la loro
conclamata incapacità, continuano ad alimentarla. Gli avversari sono
gli stranieri, i mussulmani, i francesi, i tedeschi, le donne
emancipate, gli omosessuali, i “buonisti” (qualunque cosa voglia
dire questa parola), insomma è un martellare giornaliero che porta
il cittadino medio italiano che è, purtroppo, poco acculturato e
soprattutto pressochè incapace di controllare le notizie, a sfogare
la sua rabbia contro le succitate categorie e mentre prima lo faceva
solo sui social adesso si inizia anche per le strade, negli ultimi due
mesi sono decine gli episodi di intolleranza verso stanieri o verso
gli omosessuali accaduti in Italia. Le menti dietro a questa
propaganda gongolano perchè riescono a distogliere l’attenzione dando in
pasto all’opinione pubblica fatti spesso inventati oppure
irrilevanti.
Le
previsioni per il futuro non sono buone soprattutto se la gente non
si sveglierà dal torpore nella quale è caduta.
Il
Capitano Simonini e la sua visione del mondo...
“...I
tedeschi li ho conosciuti, e ho persino lavorato per loro: il più
basso livello di umanità concepibile. Un tedesco produce in media il
doppio delle feci di un francese. Iperattività della funzione
intestinale a scapito di quella cerebrale, che dimostra la loro
inferiorità fisiologica...”
“...Sono
cattivi. Uccidono per noia. È l'unico popolo che ha tenuto occupati
per vari anni i suoi cittadini a tagliarsi reciprocamente la testa, e
fortuna che Napoleone ha deviato la loro rabbia su quelli di altra
razza, incolonnandoli a distruggere l'Europa...”
“...L'italiano
è infido, bugiardo, vile, traditore, si trova più a suo agio col
pugnale che con la spada, meglio col veleno che col farmaco, viscido
nella trattativa, coerente solo nel cambiar bandiera a ogni vento –
e ho visto che cosa è accaduto ai generali borbonici non appena sono
apparsi gli avventurieri di Garibaldi e i generali piemontesi... “
“Vi
sono anche degli invertiti, che si occupano di catturare depravati o
depravate, per i servizi più luridi. Raccolgono i clienti al
Palais-Royal o agli Champs-Élysées e li attirano con segni
convenzionali...”
“Qualcuno
ha detto che le donne sono solo un surrogato del vizio solitario,
salvo che ci vuole più fantasia. Così torno a casa e le sogno di
notte, non sono mica fatto di ferro, e poi sono loro che mi hanno
provocato.”
(Il
cimitero di Praga – Bompiani 2010)
Articoli
sugli argomenti di questo post già pubblicati:
sabato 21 luglio 2018
Ultime letture
Questo è un sunto delle mie letture degli ultimi due mesi. Ho avuto un trip per Marcello Simoni e ho letto in rapida successione "Il mercante di libri maledetti", "Il marchio dell'inquisitore" e "Il monastero delle ombre perdute"
Scritti sicuramente bene anche se lasciano "istante deja-vu" (cit. Guccini) di almeno altri 10 autori e senza scomodare il Sommo Eco. Comunque un'ottima lettura estiva.
Poi ho affrontato un libro misconosciuto scoperto grazie a Beto dell'Angolo Manzoni, si tratta di "Le venti giornate di Torino" di Giorgio De Maria.
Libro sicuramente interessante soprattutto alla luce della biografia dell'autore eclettico a dir poco e riscoperto dalla casa editrice americana Norton che fino a quel momento aveva pubblicato un unico autore italaliano...Italo Calvino!. libro complesso "pulp, molto pulp, pure troppo" (cit. Thomas Prostata), con tante cose dentro e la descrizione di una Torino anni'70 molto interessante e anche abbastanza diversa da quella di Fruttero-Lucentini. A mio avviso un romanzo monco nel senso che manca almeno un capitolo finale.
Sono arrivato anche alla fine di "La scomparsa di Josef Mengele" di Olivier Guez. Interessante, in bilico tra romanzo e ricerca storica traccia il ritratto di un uomo senza qualità che ha trovato nel nazismo una ragione di esistenza.
Scritti sicuramente bene anche se lasciano "istante deja-vu" (cit. Guccini) di almeno altri 10 autori e senza scomodare il Sommo Eco. Comunque un'ottima lettura estiva.
Poi ho affrontato un libro misconosciuto scoperto grazie a Beto dell'Angolo Manzoni, si tratta di "Le venti giornate di Torino" di Giorgio De Maria.
Libro sicuramente interessante soprattutto alla luce della biografia dell'autore eclettico a dir poco e riscoperto dalla casa editrice americana Norton che fino a quel momento aveva pubblicato un unico autore italaliano...Italo Calvino!. libro complesso "pulp, molto pulp, pure troppo" (cit. Thomas Prostata), con tante cose dentro e la descrizione di una Torino anni'70 molto interessante e anche abbastanza diversa da quella di Fruttero-Lucentini. A mio avviso un romanzo monco nel senso che manca almeno un capitolo finale.
Sono arrivato anche alla fine di "La scomparsa di Josef Mengele" di Olivier Guez. Interessante, in bilico tra romanzo e ricerca storica traccia il ritratto di un uomo senza qualità che ha trovato nel nazismo una ragione di esistenza.
lunedì 16 luglio 2018
Allez les blues
Ogni
volta, puntuale come le tasse e una scempiaggine di Di Maio, che la
Francia vince un torneo calcistico saltano fuori i genialoidi che
attaccano con la solfa “ha vinto l’africa”, “non sono
francesi” e tutto il campionario di bestialità salviniane al
seguito.
Partiamo
dal presupposto che il campionato del mondo di calcio è per
federazioni e che non necessariamente queste rappresentano anche
nazioni indipendenti (vedi Galles, Irlanda del Nord, Scozia) e
comunque fosse anche per nazioni non sarebbe mai per etnia. Questo è
il primo punto da tenere bene a mente e già basterebbe per
spernacchiare i protofascisti di casa nostra.
Poi
però possiamo approfondire e andare a vedere i calciatorio che ieri
hanno vinto la coppa per la Francia, Lloris è nato a Nizza, Pavard a
Maubeuge, Varane a Lille, Umtiti a Youndè (finalmente uno nato fuori
dalla Francia), Hernandez a Marsiglia, Pogba a Lagny-sur-Marne, Kantè
a Parigi, N’Zonzi a La Garenne-Colombes, Matuidi a Tolosa, Mbappé
a Bondy, Griezmann a Macon, Giroud a Chambery, Tolisso a Tarare,
Fekir a Lione. Tanti sono figli di immigrati di prima o di seconda
generazione, si sono formati a tutti gli effetti in Francia sia dal
punto di vista scolastico che sportivo, altri come Varane sono
francesi esattamente come Pavard o Giroud visto che il padre è della
Martinica che è territorio francese e la madre nata in continente.
La
realtà è che tutti guardano alla pelle e non al diritto, se lo
facessero scoprirebbero che Lloris e Hernandez sono di origine
spagnola ma loro sono bianchi e quindi...
Aggiornamento al 17 luglio, ieri ho controllato solo i giocatori scesi in campo nella finale oggi aggiungo anche le riserve: Areola nato a Parigi, Mandanda a Kinshasa, Kimpembe a Baumont-sur-Oise, Rami a Bastia, Mendy a Longjumeau, Sidibé a Troyes, Lemar a Baie-Mahaul, Dembélé a Vernon, Thauvin a Orléans. Anche in questo caso vediamo che l'unico nato fuori Francia è Mandanda che arrivò da rifugiato scappando dalla Repubblica Democratica del Congo.
Aggiornamento al 17 luglio, ieri ho controllato solo i giocatori scesi in campo nella finale oggi aggiungo anche le riserve: Areola nato a Parigi, Mandanda a Kinshasa, Kimpembe a Baumont-sur-Oise, Rami a Bastia, Mendy a Longjumeau, Sidibé a Troyes, Lemar a Baie-Mahaul, Dembélé a Vernon, Thauvin a Orléans. Anche in questo caso vediamo che l'unico nato fuori Francia è Mandanda che arrivò da rifugiato scappando dalla Repubblica Democratica del Congo.
venerdì 15 giugno 2018
Continuiamo pure a minimizzare...
Nel settembre 2017 sulla scia del dibattito parlamentare pubblicavo questo post "Perché in Italia è necessaria una legge contro la propaganda fascista nel quale spiegavo che il problema maggiore era la rimozione quasi totale del nostro passato. Ieri tutto è tornato, prepotentemente, alla ribalta con il voto del Consiglio comunale di Roma (5stelle e FdI) per la possibile intestazione di una via a Giorgio Almirante. Vorrei tratteggiare la figura che solo la cialtronesca gestione politica del secondo dopoguerra (anche per compiacere gli Stati Uniti) ha lasciato che avesse dignità politica
Giorgio Almirante (1914-1998)
Giornalista fin da giovane iscritto al partito fascista, nella prima parte della Seconda Guerra Mondiale segue le camice nere nella campagna di Nordafrica. All'armistizio aderisce alla Repubblica di Salò con il grado di generale e diventa Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura popolare. In questa veste scrisse e diffuse il manifesto "agli sbandati" che qui riproduco
« PREFETTURA DI GROSSETO
UFFICIO DI P. S. IN PAGANICO
UFFICIO DI P. S. IN PAGANICO
COMUNICATO
Si riproduce testo del manifesto lanciato agli sbandati a seguito del
decreto del 10 aprile.
"Alle ore 24 del 25 maggio scade il termine stabilito per la
presentazione ai posti militari e di Polizia Italiani e Tedeschi,
degli sbandati ed appartenenti a bande.
Entro le ore 24 del 25 maggio gli sbandati che si presenteranno
isolatamente consegnando le armi di cui sono eventualmente in possesso
non saranno sottoposti a procedimenti penali e nessuna sanzione sarà
presa a loro carico secondo quanto è previsto dal decreto del 18
Aprile. I gruppi di sbandati qualunque ne sia il numero dovranno
inviare presso i comandi militari di Polizia Italiani e Tedeschi un
proprio incaricato per prendere accordi per la presentazione
dell'intero gruppo e per la consegna delle armi. Anche gli
appartenenti a questi gruppi non saranno sottoposti ad alcun processo
penale e sanzioni. Gli sbandati e gli appartenenti alle bande dovranno
presentarsi a tutti i posti militari e di Polizia Italiani e Germanici
entro le ore 24 del 25 maggio. Tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuori
legge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena.
Vi preghiamo curare immediatamente affinché testo venga affisso in
tutti i Comuni vostra Provincia."
p. il Ministro Mezzasoma - Capo Gabinetto
GIORGIO ALMIRANTE
p. il Ministro Mezzasoma - Capo Gabinetto
GIORGIO ALMIRANTE
Dalla Prefettura 17 maggio 1944 - XXII »
ritrovato e pubblicato nel 1971 fece sì che Almirante querelasse giornali, studiosi e giornalisti. Al termine di un procedimento lungo 7 anni che portò al ritrovamento di altre testimonianze storiche del fatto, le querele vennero tutte rigettate.
nel dopoguerra gli venne concesso di diventare parlamentare e di fatto di godere di agibilità politica. Negli anni '70 lui e il suo partito furono contigui ai gruppi eversivi neri dando coperture politiche, fondi e protezione. Durante le indagini sulla strage di Peteano (1972, nella quale morirono 3 carabinieri) uno degli autori materiali della strage, Vincenzo Vinciguerra, dichiarò che Almirante fece pervenire 35.000 dollari a Carlo Cicuttini (dirigente dell'MSI e coautore dell'attentato) per un intervento alla corde vocali necessario perche' Cicuttini era l'autore della telefonata (registrata) che fece cadere i carabinieri nell'agguato. Indagato si avvalse più volte dell'immunità parlamentare fino a sfruttare un'amnistia che fece in modo che non pagasse mai per il suo appoggio al terrorismo nero.
negli anni questa brava persona: (fonte wikipedia)
- Nel 1947 venne condannato per collaborazionismo con le truppe naziste; per questo reato verrà emesso nei suoi confronti un provvedimento di confino di polizia. Sempre nel 1947 viene accusato del reato di apologia del fascismo a seguito di un comizio tenuto a Piazza Colonna durante la campagna elettorale per le amministrative; il 4 novembre 1947 gli verrà inflitta una condanna ad altri 12 mesi di confino poi annullata.
- Il 5 maggio 1958 al termine di un comizio a Trieste, Almirante è denunciato dalla Questura per «Vilipendio degli Organi Costituzionali dello Stato».
- Il 16 giugno 1971 il Procuratore della Repubblica di Spoleto, Vincenzo De Franco, chiese alla Camera dei Deputati l'autorizzazione a procedere contro Giorgio Almirante per i reati di "Pubblica Istigazione ad Attentato contro la Costituzione" e "Insurrezione Armata contro i Poteri dello Stato". L'autorizzazione venne concessa il 3 luglio 1974 dalla Camera dei deputati, con la contrarietà del solo MSI. Il segretario missino aveva infatti affermato durante il congresso del partito, con chiaro riferimento ai regimi di Salazar, Papadopoulos e Franco:
« I nostri giovani devono prepararsi all'attacco prima che altri lo
facciano. Da esso devono conseguire risultati analoghi a quelli
conquistati in altri paesi d'Europa quali il Portogallo, la Grecia e la
Spagna. »
|
- Nel giugno 1972 l'allora Procuratore generale di Milano, Luigi Bianchi D'Espinosa, decise di chiedere alla Camera l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti per tentata ricostituzione del Partito fascista. Gravemente ammalato Bianchi d'Espinosa morì poche settimane dopo. Il Parlamento, nel maggio 1973, concesse l'autorizzazione a procedere ma tutto si arenò poco dopo e non proseguì oltre.
Sul Giornale "La difesa della Razza" (di cui era redattore capo) scrisse:
" Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente
vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della
razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre
nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e
confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere
quello della carne e dei muscoli [...]. Altrimenti finiremo per fare il
gioco dei meticci e degli ebrei [...]. Non c'è che un attestato col
quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo:
l'attestato del sangue."
uno così deve essere disperso nelle nebbie della storia e non gli si deve concedere nessun onore dacchè ha già avuto la fortuna di morire nel suo letto.
Aggiornamento al 13/12/2021
la nostra brava persona, da parlamentare della Repubblica, mandò questo messaggio alla deputata Muscardini dichiarandosi orgogliosamente "fascista".
venerdì 1 giugno 2018
Sono contento
In fondo sono contento, lo sono per tutti i vate(r) a perdere che per 5 anni hanno indicato nel PD la causa di tutto dal riscaldamento globale al foruncolo sul culo del figlio e così invece dei presunti fascisti si ritrovano Salvini agli interni e i fascisti veri al governo. Quindi voglio veramente condividere con queste persone la mia felicità, la condivido con:
Erri de Luca
Jacopo Fo
Massimo Giannini
Giovanni Floris
Enrico Mentana
Myrta Merlino
Sabina Guzzanti
Cristiano De Andrè
Bruno Vespa
Stefano Fassina
Filippo Civati
Massimo D'alema
Michele Emiliano
Francesco Boccia
Nandu Papu
Roberto Speranza
Giorgio Cremaschi
Fiorella Mannoia
Fedez
Claudio Santamaria
Massimo Cacciari
Paolo Flores D'Arcais
Gustavo Zagrebelsky
Gianfranco Pasquino
Curzio Maltese
Massimo D'Alema
Pierluigi Bersani
Dario Franceschini
<<TO BE CONTINUED>>
mercoledì 23 maggio 2018
Massì diamo una rinfrescata al curriculum
Visti gli ultimi avvenimenti ho deciso di rinfrescare il mio curriculum per renderlo più simile alle nuove tendenze. I primi due anni di elementari presso una scuola cattolica potrebbero diventare "2 anni di approfondimento in teologia infantile", i 3 anni in una statale "master in sopravvivenza dei minori in ambienti a forte rischio". Per le medie potremmo utilizzare la dicitura "scienze della pubertà primo livello", il biennio delle superiori " scienze della pubertà livello avanzato". Il triennio mi crea qualche problema ma credo che "master in scienze sociali, specializzazione in rapporti interpersonali" possa andare.
Poi abbiamo le esperienze lavorative che si suddividono in: "operatore commerciale in ambito culturale" (cartolibraio), "esperto di dinamiche distributive delle risorse idriche" (venditore di acque minerali, "operatore multitasking e multilevel in sistemi amministrativi complessi, con specializzazione in rapporti organici con organizzazioni disorganizzate e mentalmente instabili" (dipendente regionale).
Direi che così almeno un ministero mi spetti di diritto.
Poi abbiamo le esperienze lavorative che si suddividono in: "operatore commerciale in ambito culturale" (cartolibraio), "esperto di dinamiche distributive delle risorse idriche" (venditore di acque minerali, "operatore multitasking e multilevel in sistemi amministrativi complessi, con specializzazione in rapporti organici con organizzazioni disorganizzate e mentalmente instabili" (dipendente regionale).
Direi che così almeno un ministero mi spetti di diritto.
martedì 30 gennaio 2018
I perchè dell'obbligo vaccinale.
Questa
mattina apro Twitter e mi trovo
questo articolo di Valigia Blu nel quale si legittima, di fatto,
la discussione sull’obbligatorietà. Ho provato a ragionarci su
twitter ma l’esiguità dello spazio non lo consente percui faccio
qui alcuni ragionamenti. l’articolo dice “”Del resto in Europa
alcuni paesi, come il Regno Unito, riescono a mantenere coperture
vaccinali sufficienti senza aver introdotto l'obbligo. Sono forse
tutti paesi "anti-scientifici"?” ecco questa a prima
vista sembra un appunto sensato ma in realtà non lo è e non lo è
per alcuni motivi.
I
dati sull’analfabetismo funzionale (indagine
Piaac 2016) dicono che l’Italia è il paese con la più alta
percentuale (28%) di cittadini che non sono in grado di leggere e
capire brevi testi o istruzioni, in Inghilterra questa percentuale è
del 17 in Irlanda del nord del 18.
In
Gran Bretagna nel 1998 Wakefield pubblica un articolo un cui sostiene
la correlazione tra vaccino trivalente e l’autismo. Nel 2010 viene
radiato dal medical register.
Nel
2016 in Italia un Senatore della Repubblica (Bartolomeo Pepe) cerca
di proiettare il film “Vaxxed” che riprende le teorie di
Vakefield in Senato.
Lo
stesso senatore in risposta ad un utente su Facebook “Il
problema sono gli adiuvanti che vengono usati per aumentare
la risposta immunitaria, questo è quanto mi dicono Mi
risulta essere elementi derivanti da metalli pesanti, come mercurio
e alluminino Compito della politica è accettarsi che questo sostanze
notoriamente cancerogene non vengono usati da case farmaceutiche.
In quanto agli allarmi da me provocati, se possono destare uno spunto
di discussione politica, ben venga, anche perché non mi
risultano bambini danneggiati dal non farsi il vaccino,
mentre viceversa ci risultano molti casi nelle persone vaccinate con
vaccini che usano questi audivanti”.
In
Italia alcuni tribunali condannano il ministero per presunti danni
vaccinali, sovente i periti dello stesso tribunale sono medici
antivaccinisti come Massimo Montinari che sostiene di curare
l’autismo con la dieta e con degli integratori… sospeso per 6
mesi dall’ordine è ancora un medico.
Nel
2017 la Trasmissione Rai Report dedica un ampio servizio sui vaccini
e lo fa mischiando fatti e dati scientifici con fuffa e complottismo
vario.
Tralasciando
il fatto che l’Italia è il paese della cura Di Bella con una
sperimentazione imposta a furor di popolo, il paese di Simoncini che
sostiene di curare il cancro con il bicarbonato (con almeno un morto
accertato), il paese nel quale una trasmissione televisiva come le
Iene sostiene una evidente truffa come il metodo Vannoni e alcuni
tribunali della penisola impongono la somministrazione della cura.
Con
tutto questo ci si chiede ancora perché la copertura vaccinale per
il morbillo in Gran Bretagna è del 95% senza obbligo e perché
invece in Italia (in assenza di obbligo) dell’85? In un paese nel
quale i cittadini non sono in grado di informarsi adeguatamente
l’unica via è l’obbligo, tutto il resto chiacchere da Bar dello
Sport.
sabato 27 gennaio 2018
Una memoria labile
Oggi è il 27 gennaio ed è la Giornata della memoria, dovrebbe essere un giorno che consente di riflettere su ciò che è stato in modo da non permettere che accada di nuovo. Si ascoltano grandi discorsi, commemorazioni. Si leggono profondi articoli delle miglior penne italiane ma, come sempre, l'Italia non affronta le sue colpe e responsabilità, fedele al mito "Italiani Brava Gente" rimuove. E sì che noi italiani abbiamo contribuito all'orrore non ci siamo tirati indietro nel rastrellare, nell'essere delatori, nell'intascare i beni di chi era costretto a scappare oppure veniva deportato (8.500 deportazioni, 7.500 morti). Scomparsi dai radar i campi di concentramento italiani; come la Risiera di San Sabba (diretta da un ufficiale delle SS (Odilo Lotario Globočnik ato a Trieste)nella quale trovarono la morte almeno 5.000 esseri umani, oppure il campo di Fossoli dove transitò Primo Levi in viaggio verso l'abisso, il Campo di Bolzano e i circa 200 campi sparsi per la penisola (tra cui quelli in Jugoslavia che se studiati spiegherebbero meglio la storia del Fronte Orientale e delle vicende successive alla II Guerra Mondiale). Di tutto questo in Italia non si parla ma si discute (notizia di oggi) su un coro scolastico che vorrebbe cantare "Bella Ciao" alla cerimonia per scoprire una targa per "nonno" Bruno Fantera, che nella sua casa salvò dalle deportazioni nazifasciste una famiglia di ebrei ed è per questo riconosciuto come "Giusto tra le nazioni". Un gruppetto di genitori si oppone perchè fornirebbe "una lettura di parte della II guerra mondiale" (qualunque cosa voglia dire questa frase) e non si scandalizza quando una decina di imbecilli va a Gorizia a commemorare la X Mas (che si dilettava in rastrellamenti, furti, esecuzioni sommarie...). E ci si domanda perchè un cialtrone come Salvini, e come lui tanti politici e politicanti, dica "eh ma Mussolini ha fatto anche cose buone"... Noi italiani non siamo brava gente e non abbiamo manco memoria.
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