mercoledì 13 settembre 2017

Perché in Italia è necessaria una legge contro la propaganda fascista





La legge Fiano è passata alla camera e adesso dovrà essere votata al senato, in molti la giudicano inutile perché un paese come l’Italia dovrebbe avere le istituzioni abbastanza forti da escludere rigurgiti di questo tipo. In realtà il nostro paese questi anticorpi non li ha e non li ha perché non ha mai fatto veramente i conti con il suo passato. L’Italia del 26 aprile è un’Italia devastata dalla guerra e senza una possibile forma di governo stabile e che abbia in mano il territorio, in questa situazione spariscono i fascisti e improvvisamente si diventa tutti democratici. Non vengono rimossi i prefetti, non vengono rimossi i comandanti militari delle milizie repubblichine, in buona parte del paese quelli che comandavano il 24 comandano anche il 26. L’Italia repubblicana sceglie la via del perdono invece che quella della giustizia si graziano migliaia di appartenenti al partito fascista, non si puniscono i capi. 

La Germania ha avuto Norimberga, il Giappone il processo di Tokio… l’Italia nulla se non qualche processo barzelletta alla fine dei quali un macellaio come Graziani* ha potuto vivere gli anni della vecchiaia in totale libertà e vedersi intitolare un memoriale dopo la sua morte. Un golpista e assassino come Borghese** comandante della X MAS, è vissuto indisturbato e come loro decine di assassini in divisa e senza. 

Nel nostro paese le carte sono state prese e nascoste e solo la casualità ha voluto che il famoso armadio della vergogna della procura militare di Roma venisse alla luce (da Wikipedia “L'espressione Armadio della Vergogna fu coniata per la prima volta dal giornalista Franco Giustolisi in alcune inchieste per il settimanale l'Espresso in cui denunciò l'esistenza di un armadio[1], rinvenuto nel 1994 in un locale di palazzo Cesi-Gaddi (sede di vari organi giudiziari militari) in via degli Acquasparta nella città di Roma, vi erano contenuti 695 fascicoli d'inchiesta e un Registro generale riportante 2274 notizie di reato, relative a crimini di guerra commessi sul territorio italiano durante l'occupazione nazifascista.”)
È questo l’humus che ha consentito una lettura tutto sommato benevola del ventennio, che permette di sentir dire da deputati della Repubblica che in fondo ha fatto tante cose buone, che permette di dichiararsi tranquillamente fascisti.
Se siamo obbligati a una legge come quella in discussione è proprio per questi motivi, non possiamo più permettere che la nostra storia venga volutamente calpestata e che non ci sia più una netta delimitazione tra l’Italia fascista e l’Italia democratica.


*Rodolfo Graziani (1882-1955) “eroe” della riconquista della Tripolitania (1924) e della Cirenaica (1928-1930), vicegovernatore della Cirenaica italiana, responsabile della deportazione delle popolazioni libiche, responsabile dell’utilizzo dell’Iprite nella campagna di Etiopia, responsabile dei 3.000 morti dell’eccidio di Addis Abeba (1937), responsabile delle truppe italiane in nord africa all’inizio della II guerra mondiale venne ripetutamente sconfitto dagli inglesi e quindi rimosso e rimpatriato. Ministro delle forze armate della Repubblica Sociale sottoscrisse il bando che condannava a morte i renitenti alla leva. Alla fine della guerra non venne processato per i fatti etiopi (benchè l’Etiopia ne avesse fatto richiesta), venne processato da un tribunale militare per gli anni di Salò, condannato a 19 anni di reclusione se ne vide condonare ben 17! Scontò 4 mesi e venne rilasciato. Partecipò alla fondazione del Movimento Sociale. Nel 2012 ad Affile paese nel quale visse e morì dopo la guerra venne inaugurato un mausoleo a lui intitolato, il sindaco lo definì “un esempio per i giovani”

**Junio Valerio Borghese (1906-1974) durante la guerra civile spagnola combatte dalla parte dei franchisti come comandante del sommergibile “Iride”. Comandante della X flottiglia Mas durante la II guerra mondiale, dopo l’armistizio aderisce con il reparto alla Repubblica Sociale combattendo a fianco dei Tedeschi, in questa fase si rende colpevole dei rastrellamenti di civili sulla linea gotica durante i quali si registrano saccheggi, eccidi, sevizie, torture, esecuzioni sommarie. Alla fine della guerra venne arrestato e poi rilasciato. Grazie alla protezione americana, una volta riarrestato, gli venne concesso di essere processato dalla corte di assise di Roma presieduta dal Dr. Caccavalle ex presidente dell’opera fascista per le famiglie numerose e amico del Principe Borghese stretto parente di Junio Valerio. Venne così prosciolto dall’accusa di crimini di guerra, condannato a due ergastoli per “collaborazionismo”, il dispositivo della sentenza ridusse la condanna a 12 anni di cui 9 condonati e gli altri amnistiati. Tornò quindi in libertà e aderì al Movimento Sociale per poi avvicinarsi alla destra extraparlamentare e a fondare il Fronte Nazionale. Nel 1970 fu a capo del fallito colpo di stato di cui i servizi segreti americani erano a conoscenza, fuggì quindi in spagna sotto la protezione del regime franchista. Morì a Cadice nel 1974 dopo un viaggio insieme al terrorista fascista Stefano delle Chiaie in Cile per incontrare Pinochet e il capo della polizia segreta Jose Carrasco.