“Per
tenere i popoli a freno,
di
nemici bisogna sempre inventarne,
e
dipingerli in modo
che
suscitino paura e ripugnanza.”
(Umberto
Eco)
Una
delle ultime opere di Eco si intitola “Costruire il nemico” nel
quale pubblica articoli pubblicati in diverse occasioni. Negli anni,
fin dal Pendolo, Eco ha indagato il meccanismo della costruzione della
bugia, del falso, del nemico. Con il pretesto del romanzo infatti
riusciva ad andare a analizzare cosa spinge l’essere umano a
mentire, che sia per tornaconto personale (Baudolino), oppure per
gioco che finisce in tragedia (il pendolo), o perché si fa parte del
gioco dello spionaggio e della politica (Il cimitero).
Nella
prefazione del citato “Costruire il nemico” Eco scrive: “Anni
fa a New York sono capitato con un tassista dal nome di difficile
decifrazione e mi ha chiarito che era pakistano. Mi ha chiesto da
dove venivo e gli ho detto dall’Italia. Mi ha chiesto quanti siamo
ed è stato colpito che fossimo così pochi e che la nostra lingua
non fosse l’inglese. Infine mi ha chiesto quali sono i nostri
nemici. Al mio “prego?” ha chiarito pazientemente che voleva
sapere con quali popoli fossimo da secoli in guerra per
rivendicazioni territoriali, odi etnici, continue violazioni di
confine e così via. Gli ho detto che non siamo in guerra con
nessuno. Pazientemente mi ha spiegato che voleva sapere quali sono i
nostri avversari storici, quelli che loro ammazzano noi e noi
ammazziamo loro. Gli ho ripetuto che non ne abbiamo, che l’ultima
guerra l’abbiamo fatta più di mezzo secolo fa, e tra l’altro
iniziandola con un nemico e finendola con un altro. Non era
soddisfatto. Come è possibile che ci sia un popolo che non ha
nemici?...”
Questo
brano dovrebbe far riflettere sull’utilizzo della paura e del
nemico da parte del potere che si avvale di una potentissima macchina
propagandistica. in questi anni, i due partiti oggi al potere, hanno
creato “il nemico” e pur di mantenerlo, nonostante la loro
conclamata incapacità, continuano ad alimentarla. Gli avversari sono
gli stranieri, i mussulmani, i francesi, i tedeschi, le donne
emancipate, gli omosessuali, i “buonisti” (qualunque cosa voglia
dire questa parola), insomma è un martellare giornaliero che porta
il cittadino medio italiano che è, purtroppo, poco acculturato e
soprattutto pressochè incapace di controllare le notizie, a sfogare
la sua rabbia contro le succitate categorie e mentre prima lo faceva
solo sui social adesso si inizia anche per le strade, negli ultimi due
mesi sono decine gli episodi di intolleranza verso stanieri o verso
gli omosessuali accaduti in Italia. Le menti dietro a questa
propaganda gongolano perchè riescono a distogliere l’attenzione dando in
pasto all’opinione pubblica fatti spesso inventati oppure
irrilevanti.
Le
previsioni per il futuro non sono buone soprattutto se la gente non
si sveglierà dal torpore nella quale è caduta.
Il
Capitano Simonini e la sua visione del mondo...
“...I
tedeschi li ho conosciuti, e ho persino lavorato per loro: il più
basso livello di umanità concepibile. Un tedesco produce in media il
doppio delle feci di un francese. Iperattività della funzione
intestinale a scapito di quella cerebrale, che dimostra la loro
inferiorità fisiologica...”
“...Sono
cattivi. Uccidono per noia. È l'unico popolo che ha tenuto occupati
per vari anni i suoi cittadini a tagliarsi reciprocamente la testa, e
fortuna che Napoleone ha deviato la loro rabbia su quelli di altra
razza, incolonnandoli a distruggere l'Europa...”
“...L'italiano
è infido, bugiardo, vile, traditore, si trova più a suo agio col
pugnale che con la spada, meglio col veleno che col farmaco, viscido
nella trattativa, coerente solo nel cambiar bandiera a ogni vento –
e ho visto che cosa è accaduto ai generali borbonici non appena sono
apparsi gli avventurieri di Garibaldi e i generali piemontesi... “
“Vi
sono anche degli invertiti, che si occupano di catturare depravati o
depravate, per i servizi più luridi. Raccolgono i clienti al
Palais-Royal o agli Champs-Élysées e li attirano con segni
convenzionali...”
“Qualcuno
ha detto che le donne sono solo un surrogato del vizio solitario,
salvo che ci vuole più fantasia. Così torno a casa e le sogno di
notte, non sono mica fatto di ferro, e poi sono loro che mi hanno
provocato.”
(Il
cimitero di Praga – Bompiani 2010)
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