Prendo spunto dalle parole del
Presidente della Camera Boldrini sul ruolo delle donne nella pubblicità per
provare a fare un ragionamento un po’ più profondo delle scemenze dette da
giornalisti, commentatori, politici, pseudo-industriali, di destra, di sinistra,
di centro, di alto o basso. La Boldrini ha perfettamente ragione la pubblicità
stereotipa la donna riducendola di fatto a 3 ruoli: puttana, angelo del
focolare oppure una cretina che ha bisogno di un uomo che la diriga. La
Boldrini ha parlato di “donna che serve a tavola” e ha ragione ma il ruolo
famigliare della donna è solo quello? È solo fare le pulizie e accudire i
figli? Il ruolo del “maschio” è solo quello di andare a lavorare e per il resto
passare il tempo sul divano oppure a fare qualche sport improbabile? Se questo fosse solo legato alla pubblicità
non sarebbe di per se uno scandalo, il problema è che questa visione della
donna è assolutamente maggioritaria nel paese e non solo tra i maschi. Per anni
si è pensato che una visione femminile legata solo alla sfera famigliare fosse
retaggio della destra che nel ventennio aveva usato la donna e la famiglia per
la propaganda, nella realtà ho sentito decine di persone che si dicono di
sinistra commentare come il più becero nostalgico del “quando c’era lui”.
Purtroppo sono responsabili di questo le donne stesse, quelle che
inculcano nella testa delle figlie che non c’e’ nulla di meglio che un bel
matrimonio con l’abito bianco e l’orchestrina, quelle che trattano i figli
maschi come principi ereditari. In definitiva le parole della Boldrini hanno
creato polemica perceè hanno sostanzialmente infilato il coltello nella piaga e
a questo la società italiana non è assolutamentepronte.
Libri, cucina, baseball, calcio, sport in genere, politica e varia umanita'.
venerdì 27 settembre 2013
venerdì 13 settembre 2013
Piste ciclabili e progettisti
Oggi passo in Piazza Statuto per andare in uffcio e mi accorgo che
sono sparite le auto parcheggiate all'imbocco di Via Garibaldi. Al loro
posto sono comparse delle strisce che disegnano la nuova pista
ciclabile. Erano giorni che gli operai comunali lavoravano, prima erano
stati cambiati i semafori, poi dipinti i passaggi su Corso San Martino
ieri, infine, sono comparse le strisce. Ora mi chiedo chi e' il genio
che ha partorito cotanta stupidaggine.
1) la pista
passa alla sinistra delle auto e non a destra mentre, arrivando da Corso
Francia, l'attraversamente ciclabile sta a destra, questo vuol dire che
le bici per imboccarla devono tagliare la strada alle auto.
2)
nell'ultimo tratto, essendo a sinistra, per imboccare Via Garibaldi le
bici dovrebbero dare la precendenza alle auto che arrivano da Via
Manzoni e a quelle che arrivano dalla piazza, peccato che non ci sia
nessuna segnalazione in tal senso e che i ciclisti, di norma, non
rispettino MAI il codice della strada.
3) sul lato est della piazza l'attraversamento di Corso San Martino sta di nuovo a sinistra delle auto, a quel semaforo le stesse possono andare solo a sinistra (verso Porta Susa) o a destra verso Corso Principe Eugenio. qui si pongono due ordini di problemi, il primo e' che di nuovo le bici dovrebbero dare la precendenza alle auto che arrivano da destra e di nuovo non c'e' alcun segnale. In secondo luogo le auto che girano a destra trovano un passaggio pedonale molto trafficato e quindi si devono fermare, avendo ridotto la carreggiata a una sola corsia significa che nelle ore di punta passeranno 2-3 auto a semaforo ingorgando inultimente la piazza.
4) sono stati eliminati una quarantina di posti auto decisamente utili
Mi chiedo perche' il progettista non abbia pensato semplicemente a far correre la pista alla destra della piazza arretrando semplicemente le auto parcheggiata verso sinistra e facendo in modo che passi tra auto e marciapiede (un po' come in Corso Matteotti) evitando cosi' incroci pericolosi e ingorghi inutili.
Chiudo facendo i miei piu' sentiti "complimenti" alla signora intervistata in questo articolo della Stampa ... non se la prenda con l'incivilta' degli altri, pensi pure alla sua visto che passando sotto i portici si comporta esattamente come gli automobilisti che non rispettano i ciclisti.
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