Le polemiche
innescate dalla Meloni sul cous cous all’interno di un menù
scolastico lombardo ha ormai assunto toni grotteschi, in nome di
un’italianità non ben precisata si è deciso che il cous cous sia
un cibo “islamico” (qualunque cosa voglia dire visto che non
esistono cibi religiosi) e quindi indice dell’odiata sostituzione
etnica di cui blaterano sovente questi signori. Ebbene il cous cous è
un piatto tipico siciliano e sardo presente nella dieta italiana da
metà ‘500 e comune a molti paesi che si affacciano sul
mediterraneo comprese Spagna e Francia (è di metà ‘600 una
cronaca che descrive un pasto a base di cous cous servito a Tolone) è
poi piatto tipico di molte comunità non islamiche come Israele,
Libano ecc… E’ evidente come il problema sia semplicemente e
maggiormente legato all’ignoranza. Per altro è uno dei piatti che
indica come l’Italia sia uno dei paesi più meticci d’Europa
considerata la grande quantità di popolazioni che, a vario titolo,
sono passate dalla penisola: Etruschi, Celti, Greci, popolazioni
germaniche varie, Fenici, Cartaginesi, popolazioni nord-africane,
Arabi, Turchi, Bizantini, Longobardi, Normanni, Spagnoli, Francesi,
Austriaci ecc… tutti questi popoli insieme all’enorme mole di
schiavi utilizzati durante la dominazione romana hanno fatto si che
la popolazione italiana sia un misto di etnie come, forse,
nessun’altra al mondo. E questo si ripercuote anche sulla cucina
tradizionale percui su e giù per la penisola troviamo piatti di
origini antiche e incerte frutto di contaminazioni di ogni tipo. La
cucina italiana che intendiamo oggi è perlopiù “moderna” e in
gran parte legata alla scoperta del nuovo mondo pomodori, patate,
mais che oggi sono tra i prodotti più utilizzati. La patata viene
utilizzata in cucina solo a partire dal ‘700 (ben dopo il cous cous
direi!), l’utilizzo del mais è tardo cinquecentesco e ha portato
in dote anche la pellagra. Il Pomodoro (che non era rosso ma giallo
da cui il nome) viene introdotto in Europa a metà cinquecento
utilizzato come pianta ornamentale, ci andranno circa 150 anni perché
inizi a essere usato in cucina. Come sempre la propaganda si
accompagna all’ignoranza senza pensare che non esistono fenomeni
che in un punto o l’altro della storia non siano già accaduti.
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