giovedì 10 ottobre 2013

E.N.D. di Marco G.Dibenedetto




Se non avete avuto ancora l’occasione di percorrere le strade, con le splendide Chiese, palazzi barocchi e locali notturni del centro storico  di Torino, tra cui il noto “ Charlie Bird” , allora potete diventare neofiti di questa affascinante città attraverso la descrizione romanticamente dettagliata dell’ultimo libro giallo scritto da Marco Dibenedetto. Il titolo è il lato distintivo che cela dietro l’acronimo, l’enigmaticità degli incontri e  di ciò accade nell’ E.N.D. ( Equipe Notre Dame). Il fascino nelle descrizioni degli attimi che coinvolgono i protagonisti, permettono al lettore di “entrare” nella storia, trasformando le frasi nella visione di un film, perché scorrendo queste pagine le parole inevitabilmente prendono forma e diventano immagini pregnanti. Non è il solito Giallo dell’estate leggero dove  il finale è scontato o prevedibile, in questo non c’è nulla di prevedibile e di scontato, dove la scorrevolezza lessicale, lo rende piacevole, intrigante ed appassionante allo stesso tempo. L’Ispettore Rubatto,  ha una sua impronta distintiva nelle indagini e potrebbe candidarsi ad essere il terzo Commissario più famoso dopo gli antitetici Montalbano e Coliandro.

Elena Vigiano

Che idiota! di Marco G.Dibenedetto

 
 
 
 
Nell’ultimo giallo di Marco G. Dibenedetto, il commissario Rubatto è alle prese con un nuovo caso ambientato nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo nel quartiere torinese di San Salvario. Le mani legate, sulla copertina del libro, sono della signora Onidi, trovata vittima nel confessionale con uno scontrino in bocca. La vicenda scuote, non solo il quartiere,  ma anche il parroco Don Emiliano dal passato non così trasparente e dal futuro ancora più scricchiolante. Nelle trame del giallo s’intrecciano quelle della banda T.T ,  il TIRCHIO e il TORCHIO, due personaggi lombrosiani dallo spirito don abbondiano dall’infanzie vissute di espedienti nei quartieri più intriganti della città.Affianco all’Ispettore Rubatto, c’è sempre l’indispensabile Stafano e l’agente Aceto che si districano in questo caso avvolto anche tra episodi di sospetti bondage e giri di denaro.
Questo è un giallo accattivante, irriverente, dalla trama e narrazione scorrevole, tipici  dell’autore, che vi porteranno a scoprire, nella dovizia di particolari, ovviamente l’assassino e altri quartieri storici di Torino. Nella lettura lo sguardo si soffermerà  inevitabilmente sulle note di pensiero poste come incipit ad ogni paragrafo tratte da Qoelet o Ecclesiaste. ( …  “ né di un sapiente né di un idiota avrà memoria il tempo” … ) che porteranno a maggiori riflessioni sulle vicende del giallo, ma anche sulle nostre vite reali. Altrettanto originale è il titolo che s’ispira ad  un libro di Sebastiano Vassalli - Gli Italiani sono gli altri -  .( Edizioni : kilometro zero )
Elena Vigiano

lunedì 7 ottobre 2013

Coincidenze

In questi giorni sui giornali torinesi di parla molto della destinazione delle strutture sportive torinesi.Da una parte gli attuali gestori (spesso da anni) che reclamano una sorta di prelazione nelle assegnazioni, dall'altra il comune, nella persona dell'assessore Gallo, che invece dice che è necessaria una gara di appalto. Ritengo legittime tutte e due le posizioni anche se mi sfugge il motivo per il quale il comune in altre occasioni abbia invece proceduto senza nessun tipo di gara. La prima è stata in occasione della cessione in concessione dello stadio delle alpi e l'altra, molto più recente e oggetto di un'inchiesta della procura,  dell'area della Continassa... Guarda caso sempre alla stessa società... sono sicuramente coincidenze.

venerdì 4 ottobre 2013

Morti da non dimenticare

300, 400 ancora non si sà quanti sono i morti del naufragio di Lampedusa e forse non lo si saprà mai. Quello che lascia veramente sgomenti è il cumulo di sciocchezze che sono uscite dalla bocca e dalla tastiera di molti italiani e non solo da politici vari ma anche da tanti cittadini normali. Gente che si chiede chi pagherà le bare, chi straparla di povertà (senza avere idea di cosa sia la povertà vera), gente che semplicemente è contenta perchè sono dei "negher" in meno. A tutti questi pseudo italiani va tutto il mio profondo disprezzo, a questa gente vorrei ricordare tragedie come quella della nave sirio con 500 migranti italiani che morirono al largo della Spagna e altre tragedie simili che ci colpirono quando noi eravamo gli "extracomunitari" che andavano a pietire un lavoro nelle meriche. A tutti questi signori vorrei ricordare che semplicemente le migrazioni umane non si possono impedire, al limite si possono un pochino regolamentare, ma continueranno e lo faranno semplicemente perchè nulla e nessuno puuò impedire a degli essere umani di cercare la salvezza e di migliorare la loro condizione. E' così dalla preistoria, le migrazioni hanno fatto cadere imperi, meticciato popolazioni, cambiato abitudini e tradizioni con buona pace dei difensori delle razze e amenità varie.