Sempre più la battaglia politica
si gioca sul terreno dell’immigrazione e spesso spacciando per verità balle
enormi, alle quali i cittadini meno attenti, meno istruiti o affetti da
analfabetismo di ritorno abboccano e vanno a creare il bacino elettorale per i
partiti populisti, razzisti o xenofobi.
Partiamo dal numero di immigrati
sbarcati sulle nostre coste nel 2016 sono stati 181.405 (http://data.unhcr.org/mediterranean/country.php?id=105)
circa 20.000 in più del 2015. Si tratta perlopiù di africani (Nigeria (21%),
Eritrea (12%), Guinea, Gambia e Costa d’Avorio (7%), Senegal (6%), Sudan e Mali
(5%)) e uomini (71%).
Passiamo ai numeri totali (http://www.lenius.it/quanti-sono-gli-immigrati-in-italia-e-in-europa/),
in Italia al primo gennaio 2015 risultavano residenti 5.014.437 stranieri , pari all’8,2% della
popolazione totale. Di questi 1.491.865 sono comunitari, il
rimanente extracomunitari. Le maggiori comunità straniere presenti sono:
rumena, albanese e marocchina che insieme assommano il 30,9% della presenza
straniera totale.
Questi sono i dati forniti da
Eurostat secondo Istat (http://www.istat.it/it/archivio/180494)
al primo gennaio 2016 gli stranieri residenti in Italia sono 5.054.000 unità
pari all’8,3% della popolazione totale. L’aumento di circa 40.000 è dovuto
incremento dovuto interamente alle nascite
di bambini stranieri sul suolo italiano (circa 63mila nel
2015), mentre i nuovi immigrati sono circa 200mila, a cui vanno tolti circa
81mila stranieri che hanno lasciato l’Italia, e 136mila soggetti che hanno
ottenuto la cittadinanza italiana, e che dunque non rientrano più nel conteggio
degli stranieri in Italia.
Al primo gennaio 2015 le regioni
con la maggior presenza di stranieri sono Emilia-Romagna (12,1%), Lombardia
(11,5%), Umbria (11%), Lazio (10,9%), Toscana (10,7%).
Con questi numeri ha ancora senso
berciare di invasione? Mi pare di no soprattutto se si pensa che ci sono paesi
europei con incidenze di stranieri ben più alte rispetto alle nostre (Austria
13,2%, Irlanda 11,9% ad esempio).
Prendiamo poi in esame il fattore
religioso, secondo i megafoni della politica l’Italia sembra un paese avviato
all’inevitabile islamizzazione, come sempre i numeri reali smentiscono in toto
questa lettura; secondo il rapporto Eurispes (http://www.eurispes.eu/content/rapporti1)
il 71,1% degli italiani si dichiara cristiano di confessione cattolica (praticante
il 25,4%), i cittadini italiani appartenenti a minoranze religiose oggi
rappresenterebbero il 2,9% della popolazione, di questi il gruppo maggiore è
costituito dai cristiani protestanti (27%), cui seguono i testimoni di Geova
(25,7%), i musulmani (15%), i cristiani ortodossi (9,6%), i buddhisti (9,1%),
gli ebrei (2,2%), gli induisti (1,9%). In termini reali i musulmani al primo
gennaio 2016 in Italia sono 245.000 (meno di protestanti e testimoni di Geova)
degli oltre 5.000.000 di stranieri presenti in Italia il 53% è cristiano e solo
il 32% è musulmano.
E’ evidente come queste cifre
smentiscano le voci del populismo e questo senza negare che ci siano problemi
di integrazione e di convivenza ma legati perlopiù alle condizioni di vita in
molte periferie disagiate italiane.
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