Il primo dato, incontrovertibile,
è che le elezioni le hanno vinte Renzi e il PD ed è sotto gli occhi di tutti,
il secondo è dato dalla debacle di Grillo, il terzo è la sconfitta netta di
Forza Italia. Sarebbe il caso di analizzare i perché di questi dati, ridurre
tutto agli 80 euro di Renzi oppure alla condanna di Berlusconi sarebbe di molto
riduttivo.
Innanzitutto i numeri: il PD passa dagli 8,5 milioni di voti del
2013 agli oltre 11 di ieri, in realtà il valore percentuale è relativo
considerata la grande differenza di affluenza. A quanti gridano al record
ricordo che comunque il PD prende 1 milione di voti in meno della sua migliore
performance storica (2008 con Veltroni).
Forza Italia ha un vero e proprio
tracollo a leggere i numeri visto che passa da 6,8milioni di voti a 4,6 ma in
realtà sono grosso modo i voti che gli ha portato via Alfano.
Grillo è il vero sconfitto perde
qualcosa come 3 milioni di voti e soprattutto fallisce l’obiettivo di
recuperare voti dall’astensionismo.
Come dicevo ridurre la vittoria
di Renzi agli 80 euro è veramente ridicolo a mio parere le cause che l’hanno
resa possibile sono una campagna elettorale giocata sulla non nazionalizzazione
del voto, un’immagine rassicurante data agli elettori e il messaggio “gli altri
urlano e blaterano e noi invece facciamo”. Grillo ha perso per molti motivi
innanzitutto per una campagna elettorale completamente sballata nei toni e nei
temi, impostando tutto sul referendum pro e contro Renzi ha ottenuto il
risultato di ricompattare l’elettorato del centro sinistra che tradizionalmente
non si astiene. Poi ha alzato inutilmente i toni citando ad minchiam Hitler,
Stalin e altri simpaticoni del genere, ha invocato i tribunali del popolo ecc…
l’Italia, che è un paese tradizionalmente moderato e centrista, si è spaventata e
buona parte del voto di protesta che aveva intercettato nel 2013 ha preferito
non esprimersi. Questo ragionamento si lega alla presunzione di Grillo, ma
soprattutto di Casaleggio, di creare un partito (piantiamola di parlare di
movimento) solo con il marketing e la comunicazione presumendo che fosse la
stessa cosa che già aveva fatto Berlusconi. Peccato che non ha capito che, a
differenza sua, lui si era attorniato di politici scafati e capaci di modulare
le campagne elettorali nei toni e nei contenuti, mentre i 5stelle si sono
affidati a dei dilettanti che non sono stati capaci di valutare l’aria che
tirava.
A sinistra si festeggia invece
per il 4,3 della lista Tsipras, lo trovo un po’ patetico soprattutto perché,
dati alla mano, ha perso oltre 300.000 voti rispetto ai risultati di SEL e
Rivoluzione Civile alle politiche, segno che anche questa unione abortirà come
già altre in passato. Questo continuo cambiare nomi e referenti non fa altro
che indirizzare gli elettori della sinistra radicale o verso il non voto oppure
vero il grillismo becero.
Tutto ciò tenenedo conto che le elezioni europee non
vengono sentite come vere elezioni perché il parlamento europee non viene visto
come un organo in grado di incidere veramente sulla vita quotidiana.