Chiunque abbia avuto a che fare con un famigliare o un amico affetto da ludopatia sa perfettamente che la grande esplosione del problema si è avuta quando lo stato ha dato la possibilità ai titolari di una concessione di installare slotmachine e videopoker all'interno di locali aperti al pubblico, prima di allora per poter giocare legalmente ci si doveva recare in un casinò e in Italia ce ne solo solamente 4 (Sanremo, Saint Vincent, Campione d'Italia e Venezia), è quindi evidente che la platea di potenziali giocatori era decisamente ristretta. Esisteva certo la possibilità di accedere a bische clandestine ma era abbastanza complicato e non alla portata del semplice cittadino. Mentre fino a pochi anni fa i malati di ludopatia erano relativamente pochi con l'avvento della nuova legislazione si sono avvicinati al gioco (e quindi anche alla malattia) sempre più persone e di categorie che fino a quel momento non avevano la possibilità di accedere al gioco d'azzardo, i centri antiludopatia hanno visto la loro utenza cambiare sempre più pensionati, casalinghe, ragazzi giovani, rovinati dalla possibilità di accedere al gioco di fatto senza nessuna limitazione e controllo.
Nel 2016 la Regione Piemonte ha approvato una buona legge che da un lato garantisce il diritto dei concessionari di continuare il loro lavoro e dall'altro però stabilisce precisi limiti sull'installazione delle macchine e quindi vennero individuati dei luoghi sensibili (scuole, luoghi di culto, ospedali, stazioni, banche e bancomat ecc...) dai quali occorreva che i locali di gioco fossero ampiamente distanziati (500mt nei comuni più grandi, 300 in quelli più piccoli).
Nel 2020 la Lega che nel frattempo è andata al governo della regione propone per mano del consigliere Leoni ha presentato una proposta di legge per abrogare buona parte della legge 9/2016 in nome di una presunta emergenza occupazionale che però viene smentita dalla relazione presentata dallo stesso presidente della Giunta regionale Cirio nel gennaio 2011 e dalla quale si evince che tra il 2016 e il 2019 il volume delle giocate è diminuito dell'11% e un calo di oltre il 20% di pazienti presi in carico dai servizia sanitari che si occupano di dipendenza da gioco. Dal punto di vista occupazionale nel quadriennio a fronte di 2017 assunzioni ci sono stati 2.069 licenziamenti un differenziali minimo per definirla crisi.
La ludopatia è un problema importante e non penso che i mancati guadagni possano giustificare il ritorno a un lassismo che ha già dimostrato di essere motore di sofferenze fisiche, psicologiche ed economiche.
Relazione sugli effetti della legge 9/2016