venerdì 11 febbraio 2022

Gli smemorati del ricordo

 



Fatti storici accertati: nell’aprile del 1941, a seguito dell’occupazione della Jugoslavia, il territorio fu spartito fra i due alleati invasori. All’Italia fu concessa una porzione occidentale della Slovenia, annessa come provincia di Lubiana, mentre la II° armata, al comando del generale Ambrosio, occupò militarmente i territori della Dalmazia, di parte della Croazia e del Montenegro. Se le aree meridionali furono assoggettate al controllo militare, il territorio sloveno annesso, essendo divenuto nazionale a tutti gli effetti, ebbe un’amministrazione civile, affidata al commissario Grazioli, ed ereditò quindi la normativa sull’internamento degli oppositori del regime, l’esercito italiano operò quindi per ottemperare a questo e vennero attrezzati diversi campi che operarono tra il ‘41 e il ‘43 di questi il più famoso è senz’altro quello dell’isola di Rab. Aperto nel luglio del 1942 ospitò in diverse fasi oltre 10.000 internati, in maggioranza donne, bambini e anziani, di questi i morti accertati sono circa 1500 (anche se un censimento della diocesi di Lubiana porta questa cifra a circa 3000), morti dovute a malnutrizione, malattie, infezioni ecc…

In diverse città italiane (Torino, Milano, Roma ad esempio) troverete delle vie intitolate a Arbe che non è altro che il nome italiano di Rab, ecco immaginatevi se in Germania ci fossero vie intitolate a Buchenwald oppure a Bergen Belsen. 

È questo il motivo per il quale non si può ricordare se prima non si fanno i conti con il proprio passato.