martedì 16 ottobre 2018

La storia questa sconosciuta


 

Festival del Cous Cous a San Vito lo Capo (TP)


Le polemiche innescate dalla Meloni sul cous cous all’interno di un menù scolastico lombardo ha ormai assunto toni grotteschi, in nome di un’italianità non ben precisata si è deciso che il cous cous sia un cibo “islamico” (qualunque cosa voglia dire visto che non esistono cibi religiosi) e quindi indice dell’odiata sostituzione etnica di cui blaterano sovente questi signori. Ebbene il cous cous è un piatto tipico siciliano e sardo presente nella dieta italiana da metà ‘500 e comune a molti paesi che si affacciano sul mediterraneo comprese Spagna e Francia (è di metà ‘600 una cronaca che descrive un pasto a base di cous cous servito a Tolone) è poi piatto tipico di molte comunità non islamiche come Israele, Libano ecc… E’ evidente come il problema sia semplicemente e maggiormente legato all’ignoranza. Per altro è uno dei piatti che indica come l’Italia sia uno dei paesi più meticci d’Europa considerata la grande quantità di popolazioni che, a vario titolo, sono passate dalla penisola: Etruschi, Celti, Greci, popolazioni germaniche varie, Fenici, Cartaginesi, popolazioni nord-africane, Arabi, Turchi, Bizantini, Longobardi, Normanni, Spagnoli, Francesi, Austriaci ecc… tutti questi popoli insieme all’enorme mole di schiavi utilizzati durante la dominazione romana hanno fatto si che la popolazione italiana sia un misto di etnie come, forse, nessun’altra al mondo. E questo si ripercuote anche sulla cucina tradizionale percui su e giù per la penisola troviamo piatti di origini antiche e incerte frutto di contaminazioni di ogni tipo. La cucina italiana che intendiamo oggi è perlopiù “moderna” e in gran parte legata alla scoperta del nuovo mondo pomodori, patate, mais che oggi sono tra i prodotti più utilizzati. La patata viene utilizzata in cucina solo a partire dal ‘700 (ben dopo il cous cous direi!), l’utilizzo del mais è tardo cinquecentesco e ha portato in dote anche la pellagra. Il Pomodoro (che non era rosso ma giallo da cui il nome) viene introdotto in Europa a metà cinquecento utilizzato come pianta ornamentale, ci andranno circa 150 anni perché inizi a essere usato in cucina. Come sempre la propaganda si accompagna all’ignoranza senza pensare che non esistono fenomeni che in un punto o l’altro della storia non siano già accaduti.

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