Siamo di fronte, senza dubbi, a una enorme crisi mondiale legata solo in minima parte alle responsabilità dei singoli stati. Sicuramente una delle categoria maggiormente penalizzate è quella del commercio per via della riduzione dei consumi. Ma sarebbe semplicistico spiegare questa crisi (come fanno molti di quelli che in questi giorni sono in piazza) con la pressione fiscale, che pure in Italia è alta. Bisognerebbe anche prendere atto che, faccio l'esempio di Torino perchè è la mia città ma sono certo che sia sovrapponibile alle altre città italiane, il commercio è troppo parcellizzato e soprattutto in molti settori sovradimensionato alle reali esigenze della città. Percorrendo le vie dello shopping ci si accorge che si trovano solo negozi di abbigliamento femminile con praticamente tutti lo stesso genere di prodotto, migliaia di bar (a volte addirittura confinanti), parrucchiere da donna a ogni angolo e così via. La matematica purtroppo non è un'opinione e quindi bisogna anche rendersi conto che in queste condizioni sopravvivono solo i più forti e gli altri sono destinati al fallimento. Pare un ragionamento semplice eppure si continua a veder aprire negozi di questo genere per vederli chiudere pochi mesi dopo.
Nessun commento:
Posta un commento