Prendo spunto da
questo articolo del Corriere della Sera a cui è seguita
questa risposta da parte del Direttore Generale di
Porsche Italia. Quello che trovo orrendo aldilà anche del comportamento della signora in questione che andrebbe messa alla gogna per il comportamento, è l'atteggiamento di questi grandi manager che non badano alla sostanza del fatto, ma ne approfittano per fare un po' di politica e demagogia spicciola. Penso che a nessuno sarebbe venuto in mente di addossare a Porsche (o a qualsiasi altro marchio del lusso) qualsivoglia responsabilità nell'accaduto e quindi non si sentiva il bisogno di questa difesa d'ufficio che fa passare in secondo piano i comportamenti personali. In un mondo sempre più in mano ai "brand" però pare sia normalità.
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