giovedì 11 febbraio 2021

Trova le differenze

 


Quando ero ragazzino uno dei miei giochi preferiti della Settimana Enigmistica era "aguzzate la vista" che consisteva nel confrontare due disegni e trovare le piccole differenze tra loro, oggi vorrei proporre lo stesso gioco ma con due fatti storici della seconda guerra mondiale.

Alle ore 8 del 12 luglio, domenica, 250 militari appartenenti al XI Corpo d’Armata del gen. Robotti, elementi del 2° battaglione Squadristi emiliani, squadristi fiumani, cetnici e drappelli di carabinieri, con 5 carri armati entrarono, provenienti dalle sovrastanti alture di Kikovica ove erano confluite dal giorno 8, nel paese di Podhum (Croazia) e vi bloccarono tutta la popolazione: nel corso del successivo rastrellamento casa per casa, vennero catturati tutti gli uomini di età compresa tra i 16 e i 64 anni (120 individui) di cui 108 (alcuni erano riusciti a scappare)   vennero immediatamente uccisi con raffiche di mitragliatrici e i loro corpi gettati in una vicina cava. Il paese venne razziato di tutto ciò che poteva avere un valore e di tutti i capi di bestiame e di animali da cortile. Gli abitanti sopravvissuti (circa 1000 persone tra anziani, donne e bambini) vennero caricati sui camion e una parte trasferiti nel campo dell'isola di Arbe (dove secondo le statistiche trovarono la morte alcune migliaia di internati) l'altra a Gonars (Friuli) e alle Fraschette (Alatri), il paese venne poi dato alle fiamme.

I maggiori responsabili dell'eccidio sono individuati nel prefetto del Carnaro Temistocle Testa, che alla fine del conflitto venne salvato dal processo grazie agli inglesi e inviato in una sorta di confino in Calabria. Morrà, probabilmente suicida, nel 1949 senza mai essere giudicato per i suoi crimini di guerra. Il generale Mario Robotti alla fine della guerra non venne arrestato e finì i suoi giorni in pace a Rapallo.

Il 19 settembre 1943 a seguito del rapimento di due soldati tedeschi da parte di una formazione partigiana la divisione SS Leibstandarte "Adolf Hitler" comandata  dall'Oberführer Theodor Wisch e dal Sturmbannführer Joachim Peiper entrano nella città di Boves (Cuneo) e arrestano il parroco Don Giuseppe Bernardi e Antonio Vassallo (semplice cittadino) di patteggiare con i partigiani la restituzione degli ostaggi in cambio della salvezza del paese. I due raggiungono le montagne e riescono a tornare a Boves con i due ostaggi, la loro attrezzatura e anche il corpo di un militare tedesco caduto in battaglia qualche giorno prima. A questo punto il comando tedesco non mantiene la parola data ("la parola d'onore di un ufficiale tedesco vale gli scritti di tutti gli italiani" aveva detto Peiper) e da inizio all'eccidio, alla fine della giornata saranno 25 i morti e oltre 350 le case bruciate.

Alla fine della guerra il superiore di Peiper, generale Lieb, venne condannato a due anni di prigione ma liberato già nel 1947. Peiper venne condannato a morte per aver giustiziato 80 prigionieri americano in Belgio, sentenza poi commutata in ergastolo dal quale comunque sfuggì nel 1956 quando venne liberato. Si trasferì  sotto falso nome a Traves in Francia dove venne riconosciuto e denunciato, il 13 luglio del 1976 perì nell'incendio della sua casa forse appiccato da alcuni ex partigiani.

Come si può vedere i due fatti hanno molte similitudini se non che del primo in Italia non si ha memoria (come per altro degli oltre 400 villaggi slavi incendiati tra il '41 e il '45) mentre il secondo viene celebrato a memoria della brutalità nazista. Forse dovremmo fare i conti con i nostri delitti senza rifugiarsi nel "è passato tanto tempo" oppure nel trito e ritrito "italiani brava gente".



mercoledì 27 gennaio 2021

Italiani, brava gente

Negli anni'30 del '900  in piazza Castello angolo via Garibaldi, nel palazzo che oggi ospita la sede della Giunta regionale del  Piemonte, si trovava il negozio di tessuti e abbigliamento  “Alle province d’Italia” proprietà di Benvenuto Colombo, del fratello Enrico e in cui lavorava anche il figlio Mario.


 In seguito alle leggi razziali del 1938, con il divieto agli ebrei di possedere e gestire attività commerciali, la famiglia Colombo si trovò costretta ad affidare formalmente il negozio a un loro dipendente di fiducia. Dopo l’8 settembre 1943, con l’occupazione nazista dell’Italia del centro-nord cominciarono le deportazioni degli ebrei italiani verso i campi di sterminio in Polonia; Enrico, Benvenuto e Mario furono vittime del tradimento da parte del dipendente che gestiva il loro negozio. Scesi a Torino il 27 ottobre 1943 per quello che doveva essere un incontro di affari al caffè Zucca in via Roma, i Colombo vi furono arrestati dalle SS. Il dipendente fedifrago incassò la taglia di 5.000 lire per ogni arrestato (circa 1.550 euro attuali) e si appropriò del negozio. Enrico, Benvenuto e Mario vennero deportati a Auschwitz il 6 dicembre 1943. Benvenuto ed Enrico vennero uccisi al loro arrivo a Auschwitz l’11 dicembre 1943, Mario sopravvisse ancora un’anno alle dure condizioni del campo. 
Davanti all'ingresso della Regione l'artista tedesco Gunter Demning ha posto 3 Stolpersteine (pietre d'inciampo) alla loro memoria  



P.S. alla fine del conflitto il colpevole venne individuato, arrestato e processato per venire poi amnistiato come nulla fosse... Sì, sì siamo proprio brava gente!



giovedì 7 gennaio 2021

Patrioti? no, golpisti (aggiornamento al 6/9/23)

 


Dopo l’assalto a Capitol Hill da parte dei sostenitori del presidente uscente Trump oggi molti commentatori sia di sinistra (soprattutto quelli che si definiscono di vera sinistri) e molti di destra (la grande accozzaglia sovranista che si riconosce in Meloni e Salvini) parla di fatti dovuti alla divisione della società americana e quindi di fatto di una rivolta in nome delle diseguaglianze economiche e sociali. Tutti costoro tendono a dimenticare alcuni fatti il primo è che buona parte dell’elettorato Trumpiano fa parte della popolazione con un reddito annuo superiore ai 100.000$, non li definirei poveri diseredati, (fonte https://abcnews.go.com/Elections/exit-polls-2020-us-presidential-election-results-analysis ).

Occorre analizzare chi sono i gruppi di sostegno a quello che va considerato ex-presidente: Il più famoso con molti seguaci anche in Italia è sicuramente QAnon, gruppo complottista di estrema destra, nato nel 2017 quando comparve il primo messaggio, dell’utente noto come Q sulla piattaforma 4chan, nel quale si rilasciavano presunte informazioni riservate legate a operazioni segrete del governo per combattere il deep state. Infatti i seguaci di QAnon credono che un’organizzazione chiamata deep state, di cui fanno parte artisti, politici, economisti, imprenditori controlli il governo americano e quindi anche il resto del mondo e che Trump sia il “messia” inviato per distruggerli. Questa teoria si intreccia con altre molto famose negli ambienti dell’estrema destra come quella legata al new world order. Di questa cospirazione farebbero parte George Soros (immancabile), Barak Obama, Hillary Clinton, Johnny Depp, Tom Hanks, Madonna, Lady Gaga, Joe Biden, la setta del deep state sarebbe legata a riti satanisti, della cabala ebraica e sarebbero dediti ai sacrifici rituali e alla pedofilia. Nel corso degli anni sono molti gli eventi preannunciati, e mai avvenuti, da QAnon: l’operazione the Storm, nella quale Trump e le truppe a lui fedeli avrebbero dovuto arrestare migliaia di aderenti al deep state per deportarli a Guantanamo; Mark Zuckerberg avrebbe lasciato Facebook e sarebbe fuggito dagli Stati Uniti; il CEO di Twitter avrebbe fatto lo stesso e così via. 

Ad un certo punto questo delirio è approdato anche alle tv e ai giornali grazie a conduttori come Sean Hanity o attrici come Roseanne Barr e gli aderenti a QAnon sono cresciuti a dismisura, alle ultime elezioni sono persino riusciti ad eleggere Marjorie Greene alla camera dei deputati.

Gruppo decisamente più pericoloso per via dei suoi agganci con il mondo del suprematismo bianco è quello dei Proud boys, nato nel 2016 è formato da soli uomini  ed è fondamentalmente razzista (anche se ha al suo interno anche personaggi di origine latina), misogino, antislamico, omofobo. Esiste anche una costola femminile che propugna la sottomissione delle donne agli uomini. Ultimamente è stata creata anche una sezione paramilitare (fraternale order of alt-knights). l’organizzazione è sospettata di aver avuto un ruolo negli incidenti di Charlottesville nel 2017 in cui morì una manifestante antirazzista investita da un’auto.

Si sono svolti i primi processi a carico dei leader che guidarono l'assalto al parlamento statunitense e sono arrivate le prime condanne: Enrique Tarrio 22 anni, Joseph Biggs 17, Zachary Rehl 15, Dominic Pezzolla 10, Ethan Nordean a 18. Rimane a piede libero il mandante che risponde al nome di Donald Trump.

Infine i Boogaloo boys, gruppo organizzato in modo paramilitare che considera una seconda guerra civile americana inevitabile. Complottisti e negazionisti nei confronti della pandemia si oppongono a qualunque tipo di restrizione del governo. Cresciuti grazie ai social oggi possono contare su migliaia di aderenti organizzati in modo militare. Negli ultimi anni si sono distinti come “disturbatori” in varie manifestazioni per i diritti delle minoranze, antirazzisti e antifascisti.

Queste sono la maggior parte delle truppe dell’ex-presidente e faccio fatica a trovare al loro interno delle ragioni legate alla povertà, alla disoccupazione o alla negazione dei diritti. Tutti loro fanno riferimento a precise teorie razziali che possono essere ricondotte a derive fasciste e naziste abbastanza diffuse negli Stati Uniti.

venerdì 11 dicembre 2020

Fatti ed opinioni

 


E
ra il tardo pomeriggio di domenica 23 marzo 1980 avevo da poco compiuto 13 anni e stavo svaccato sul divano aspettando 90 minuto per vedere i gol del Toro che aveva battuto il milan 2-0 con gol di Zaccarelli e Pulici. Quel giorno Paolo Valenti aprì con le immagini delle volanti sulla pista di atletica dello stadio olimpico di Roma, negli stadi italiani vennero arrestati: Stefano Pellegrini dell'Avellino, Sergio Girardi del Genoa, Massimo Cacciatori, Bruno Giordano, Lionello Manfredonia e Giuseppe Wilson della Lazio, Claudio Merlo del Lecce, Enrico Albertosi e Giorgio Morini del Milan, Guido Magherini del Palermo, Gianfranco Casarsa, Mauro Della Martira e Luciano Zecchini del Perugia. Altri ricevettero ordini di comparizione, tra cui Paolo Rossi del Perugia, Giuseppe Dossena e Giuseppe Savoldi del Bologna, e Oscar Damiani del Napoli.

Ma cos’era successo… era successo che due commercianti romani, Massimo Cruciani e Alvaro Trinca avevano messo su un sistema per truccare le partite di Roma e Lazio per scommetterci sopra, dopo i primi successi (Palermo-Lazio, Milan-Lazio e Lazio- Avellino) altre partite non raggiunsero il risultato sperato e quindi i due andarono in procura a denunciare per truffa 27 giocatori di serie A e 12 società di serie A e B.

Mentre dal punto di vista penale tutto si concluse con il proscioglimento, e non avrebbe potuto essere diverso, dal punto di vista sportivo furono emesse delle condanne e delle assoluzioni (le cifre di cui si parla oggi sarebbero risibili ma all’epoca erano discrete, Morini venne condannato per aver portato 20.000.000 di lire a Trinca e Cruciani) il quadro del giudizio di primo grado:


Serie A


Società

Milan: retrocessione in Serie B.

Avellino: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981.

Bologna: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981 (caso Bologna-Avellino).

Perugia: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981.

Lazio Lazio: 5 punti di penalizzazione e multa di 10 milioni con diffida.

Juventus: assolta.

Napoli: assolto.

Pescara: assolto.


Tesserati società

Felice Colombo (presidente Milan): radiato.

Tommaso Fabbretti (presidente Bologna): 1 anno (caso Bologna-Avellino).

Giampiero Boniperti (presidente Juventus): assolto

Riccardo Sogliano (direttore sportivo Bologna): assolto.

Marino Perani (allenatore Bologna): assolto.

Giovanni Trapattoni (allenatore Juventus): assolto.

Luís Vinício (allenatore Napoli): assolto.


Calciatori

Enrico Albertosi (Milan): radiato.

Massimo Cacciatori (Lazio): radiato.

Giuseppe Wilson (Lazio): radiato.

Stefano Pellegrini (Avellino): 6 anni.

Mauro Della Martira (Perugia): 5 anni.

Carlo Petrini (Bologna): 3 anni e sei mesi (caso Bologna-Avellino).

Giuseppe Savoldi (Bologna): 3 anni e sei mesi (caso Bologna-Avellino).

Paolo Rossi (Perugia): 3 anni.

Luciano Zecchini (Perugia): 3 anni.

Bruno Giordano (Lazio): 1 anno e 6 mesi.

Lionello Manfredonia (Lazio): 1 anno e 6 mesi.

Franco Cordova (Avellino): 1 anno e 2 mesi.

Piergiorgio Negrisolo (Pescara): 1 anno.

Giorgio Morini (Milan): 10 mesi.

Stefano Chiodi (Milan): 6 mesi.

Oscar Damiani (Napoli): 4 mesi.

Maurizio Montesi (Lazio): 4 mesi.

Franco Colomba (Bologna): 3 mesi (caso Bologna-Avellino).

Andrea Agostinelli (Napoli): assolto.

Giancarlo Antognoni (Fiorentina): assolto.

Claudio Pellegrini (Avellino): assolto.


Serie B


Società

Genoa: assolto.

Lecce: assolto.

Palermo: assolto.

Pistoiese: assolta.

Taranto: assolto.


Calciatori

Guido Magherini (Palermo): 1 anno e 6 mesi.

Claudio Merlo (Lecce): 1 anno e 6 mesi.

Lionello Massimelli (Taranto): 1 anno.

Francesco Brignani (Palermo): assolto.


Qualche mese dopo venne emesso un giudizio di secondo grado che aumento o ridusse alcune pene, il quadro completo:


Serie A


Società


Lazio: retrocessione in Serie B.

Milan: retrocessione in Serie B.

Avellino: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981.

Bologna: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981 (caso Bologna-Avellino).

Perugia: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981.

Juventus: assolta.

Napoli: assolto.

Pescara: assolto.


Tesserati società

Felice Colombo (presidente Milan): radiato.

Tommaso Fabbretti (presidente Bologna): 1 anno (caso Bologna-Avellino).

Giampiero Boniperti (presidente Juventus): assolto

Riccardo Sogliano (direttore sportivo Bologna): assolto.

Marino Perani (allenatore Bologna): assolto.

Giovanni Trapattoni (allenatore Juventus): assolto.

Luís Vinício (allenatore Napoli): assolto.


Calciatori

Stefano Pellegrini (Avellino): 6 anni.

Massimo Cacciatori (Lazio): 5 anni.

Mauro Della Martira (Perugia): 5 anni.

Enrico Albertosi (Milan): 4 anni.

Bruno Giordano (Lazio): 3 anni e 6 mesi.

Lionello Manfredonia (Lazio): 3 anni e 6 mesi.

Carlo Petrini (Bologna): 3 anni e 6 mesi (caso Bologna-Avellino).

Giuseppe Savoldi (Bologna): 3 anni e 6 mesi (caso Bologna-Avellino).

Giuseppe Wilson (Lazio): 3 anni.

Luciano Zecchini (Perugia): 3 anni.

Paolo Rossi (Perugia): 2 anni.

Franco Cordova (Avellino): 1 anno e 2 mesi.

Giorgio Morini (Milan): 10 mesi.

Stefano Chiodi (Milan): 6 mesi.

Piergiorgio Negrisolo (Pescara): 5 mesi.

Maurizio Montesi (Lazio): 4 mesi.

Franco Colomba (Bologna): 3 mesi (caso Bologna-Avellino).

Oscar Damiani (Napoli): 3 mesi.

Andrea Agostinelli (Napoli): assolto.

Giancarlo Antognoni (Fiorentina): assolto.

Claudio Pellegrini (Avellino): assolto.


Serie B


Società

Palermo: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981.

Taranto: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1980-1981.

Genoa: assolto.

Lecce: assolto.

Pistoiese: assolta.


Calciatori

Guido Magherini (Palermo): 3 anni e 6 mesi.

Lionello Massimelli (Taranto): 3 anni.

Claudio Merlo (Lecce): 1 anno.

Francesco Brignani (Palermo): assolto.


Ma veniamo al dopo, per alcuni giocatori la condanna fu una vera e propria damnatio memorie, infatti non solo non tornarono a giocare dopo aver scontato la squalifica ma non trovarono più nessun tipo di incarico nel mondo calcistico (come ad esempio Carlo Petrini) altri invece vennero riaccolti come se nulla fosse, come se in fondo l’illecito sportivo sia stao un incidente di percorso, come un brutto fallo a centrocampo. Rossi tornò in tempo per il mondiale, Giordano e Manfredonia giocarono e vinsero ancora con il Napoli, con la Juventus e con la Roma. Ovviamente con la vittoria del mondiale venne emanata anche una bella amnistia e così, in puro stile italico finì tutto a tarallucci e vino.

Questi sono i fatti nudi e crudi, io da uomo di sport (prima in campo e poi come semplice spettatore) ritengo che il reato più grave che uno sportivo possa compiere è l’illecito, il vendere o comprare un risultato è quando più lontano possa esistere dallo sport ancora più del doping, ma da certe beatificazioni vedo che probabilmente sono l’unico a vedere lo sport con una certa ottica, vista l’età a breve il buon Moggi tirerà le cuoia attendo con ansia i coccodrilli dei giornalisti e, perché no, un bello stadio a suo nome.

sabato 5 dicembre 2020

Un nuovo quartiere e la villa scomparsa

 

La Cittadella sovrapposta alla pianta del nascente quartiere


A metà dell’800 il governo del regno e l’amministrazione comunale decidono di abbattere definitivamente cioò che resta della Cittadella. Si da il via così a un’enorme piano di lottizzazione dei terreni. La corona, ovviamente, specula vendendo a caro prezzo i vari lotti, salvo lavarsi la coscienza concedendo a titolo gratuito vari lotti tra cui quelli su cui nasceranno l’Oftalmico, gli Artigianelli, la chiesa di santa Barbara e l’istituto per sordomuti fondato da padre Assarotti . Nasce così il quartiere che va dalla linea ferroviaria per Milano fino a piazza Solferino. I vari regi decreti che si susseguono dettano le linee costruttive, piazza Statuto viene concepita come sede di ambasciate e ministeri, mentre nelle vie che la circondano nasceranno edifici definiti “da reddito”. Le grandi famiglie dell’epoca investirono immediatamente in quella che sembrava un’ottima operazione speculativa, acquistarono lotti e costruirono case quasi tutti quelli più in vista della città, i Frisetti (Anicetta Frisetti era la moglie di Edoardo Agnelli e madre di Giovanni) che costruiscono la grande casa di via Cernaia tra i civici 26 e 30; la famiglia di quello che sarà il cardinale Martini in via Bertola angolo via passalacqua ecc… In questo contesto molti imprenditori edili acquistano terreni e costruisco con l’obiettivo di vendere interi stabili, tra questi troviamo Fortunato Pelli che acquista diversi lotti, uno di questi è quello che va da corso Palestro a via Manzoni. Sul fronte di via Cernaia costruisce il palazzo caratterizzato dai busti di personaggi famosi (da Cavour a Dante) qui si suiciderà il ministro Giovanni Battista Cassinis nel 1866. Nella parte retrostante incarica Giuseppe Bollati di realizzare, per conto della famiglia Mazzonis di Palafrera una grande villa in stile neoclassico con parco. Dopo la guerra in cui la zona viene duramente colpita dai bombardamenti la villa (che non sappiamo se sia stata danneggiata o meno) viene venduta, demolita e vengono costruiti i tre palazzi che possiamo vedere oggi.

Un breve appunto su cosa si intendeva all’epoca per palazzi da reddito, la nobiltà torinese viveva ancora nei grandi palazzi del centro dovendo fare i conti con gli enormi costi di mantenimento degli stessi e si erano quindi piegati all’ospitare attività commerciali sul fronte strada. Nelle nuove costruzioni dedicate alla piccola nobiltà che non poteva permettersi palazzi oppure alla nascente borghesia imprenditoriale c’era però una rigida divisione degli spazi, a piano terreno le attività commerciali, nell’ammezzato la servitù, al primo piano nobile borghesi, al secondo nobile (il più importante) per l’appunto di nobili decaduti o meno, e poi via a salire fino ad arrivare alle soffitte dove abitava il proletariato.

Progetto per la costruzione della villa - proprietà archivio storico città di Torino



mercoledì 4 novembre 2020

Torniamo alla casella di partenza

 

 Ebbene si a distanza di 8 mesi torniamo alla partenza con un bel lockdown mascherato la situazione è tornata grave e alla fine l'unica soluzione, in assenza di un vaccino, è questa. per tutto ciò vorrei però ringraziare un po' di persone:


- la politica, di maggioranza e di opposizione, di governo centrale o regionale/comunale, che in tutto questo tempo non è stata in grado di trovare soluzioni condivise ma anzi è andata avanti a litigare. Tra DPCM,  parlamentari che negano la presenza del Covid, parlamentari che fanno i giullari su e giù per l'Italia inventandosi di volta in volta medici, virologi o ricercatori;

- l'informazione che ha dato il peggio di se, blandendo e presentando come esperti cialtroni di ogni risma;

- la medicina che ha dimostrato come in certi ruoli si arrivi più per amicizie e appartenenze politiche che per autorevolezza. Medici che vanno in tv  a raccontare che il virus è morto, autonominati premi nobel che straparlano di virus attenuati, minimizzatori, ciarlatani che presentano presunte scoperte scientifiche senza che un giornalista ne chieda ragione;

ed infine...

-  i miei cari concittadini... quelli che "non posso non andare in ferie i bambini rimarrebbero traumatizzati", "le uniche ferie sono quelle dove prendi almeno un aereo o una nave",  "la seconda casa in liguria? roba da vecchi, andiamo in Salento", "vuoi mettere il mare di Sardegna?", "un'estate senza andare a ballare non è estate". Avete sparso il virus anche in territori che erano in qualche modo sotto controllo.


a tutti il mio sano, tonante, meditato e meritato...     VAFFANCULO!

sabato 3 ottobre 2020

Il barbon chic



Da tempo a Torino si aggira un nuovo soggetto… il “barbon chic”. Si riconosce dal modo di vestire Naturalista, Think pink le marche preferite, la nuova tendenza sono i vestiti di fibra di bamboo. Vanno in giro che sembrano aver usato come armadio la discarica, vestiti sformati, di colori improbabili ma accomunati tutti dal costo sempre e comunque sopra la media.

Il barbon chic è ambientalista, gira in bici, in monopattino elettrico, manifesta contro i cambiamenti climatici ma a casa monta enormi condizionatori che sputano aria calda nelle stanze dei vicini. Difende i beni comuni ma se può arraffare un privilegio, tipo tutti i posti bici in cortile, si butta a pesce. Davanti al mondo vota a sinistra, nel segreto dell’urna è salviniano duro e puro. In definitivo è l’ipocrita 2.0 cuore a sinistra ma portafoglio saldamente a destra.

 

martedì 12 maggio 2020

"It ain't over 'til it's over" Yogi Berra un'icona americana

Il 12 maggio 1925 nasceva a Saint Louis in Missouri Lawrence Peter Berra da tutti conosciuto con il soprannome, affibiatogli da un amico che l’aveva visto seduto a gambe conserte come un indù, di Yogi. Figlio di due immigrati italiani inizia a giocare nelle minors agli inizi degli anni ‘40, serie che ritroverà al ritorno dal fronte dopo aver servito in Europa durante la II guerra mondiale.

Nel 1946 viene chiamato dagli Yankes dove sarebbe rimasto fino al 1963 (come giocatore-allenatore) per poi passare ai nei Mets tra il 1964 e il 1971 come coach e dal 1972 al 1975 come manager. Tornò poi agli Yankes come coach tra il ‘77 e l’83 e come manager nel 1984 per essere licenziato all’inizio di quella ‘85. Lavorerà ancora come coach per gli Astros fino al definitivo ritiro nel 1989.

I numeri descrivono un giocatore di altissimo livello 17 stagioni da giocatore (soprattutto catcher) media battuta 285, 358 home runs e 1430 punti battuti a casa, da allenatore 484 partite vinte – 444 perse, 15 volte All Stars, 13 World Series 10 da giocatore e 3 da tecnico. Muore il 22 settembre 2015 a novantanni.

Giocatore iconico non solo per i successi sportivi ma anche per il carattere vulcanico e la lingua tagliente che lo portò a inventare quelli che vennero chiamati “yogismi” alcuni sono famosi ancora oggi anche al di fuori dell’ambiente del baseball, la più famosa di tutte e anche la più utilizzata spesso a sproposito è la celeberrima “It ain't over 'til it's over” (non è finita finché non è finita).

Qui potete trovare una raccolta di frasi e aforismi suoi o attribuiti a lui.

venerdì 8 maggio 2020

"El Trinche"



A volte gli dei dello sport donano il talento a chi, per scelta di vita e di modo di viverla, non lo sfrutta per guadagno personale, per la gloria o per la fama, ma semplicemente perché si diverte a fare quello che fa. Così fu con Tomas Felipe Carlòvich “El Trinche” soprannome di cui nemmeno lui ricordava l’origine.

Figlio di immigrati croati capitati a Rosario in cerca di fortuna, ultimo di sette fratelli, dotato di quel talento che solo i grandissimo conoscono. Cresciuto sui campi in terra di periferia, legato al suo barrio (la Tablada di Rosario) e ai suoi amici, era l’attrazione massima dei campionati minori, i presidenti aumentavano il biglietto quando giocava lui perché Esta noche juega El Trinche”.

Centrocampista di talento, genio, irriverenza, la stessa che lo rivelò agli argentini quando la nazionale organizzò una partita di preparazione ai mondiali del ‘74, come avversario venne scelta una selezione di giocatori della zona di Rosario, l’unico proveniente dalle serie minori era lui “el Trinche” in un ora distrusse l’Albiceleste guidata da Vladislav Cap “el Polaco” che pregò l’allenatore avversario di togliere quel 5 dal campo.

Di lui si racconta che ricevesse un un bonus per ogni tunnel e un bonus speciale per ogni doppio tunnel, il “Doble caño”, che effettuasse; che prima dei mondiali del ‘78 Menotti l’avesse convocato ad un raduno a cui lui non sarebbe mai arrivato perché durante il viaggio aveva visto un bel fiume e si fosse fermato a pescare. Si affacciò solo brevemente al calcio professionista nel Rosario Central ma la nostalgia della sua vita normale non gli consentì di proseguire e di affermarsi ad alto livello.

Tutti i calciatori e allenatori argentini di quel periodo parlano di lui come di un calciatore formidabile, dotato di tecnica, tiro, visione di gioco; nel 1993 Maradona approdò al Newells old boys e al giornalista che gli diceva che tutta la città era orgogliosa di avere il più grande calciatore del mondo lui rispose “il più grande ha già giocato qua: era “el Trinche” Carlòvich.

Se ne andato oggi 8 maggio, aveva appena compiuto 71 anni, per i postumi di una caduta a seguito di una rapina, Due ragazzini l’avevano aggredito qualche giorno fa per rubargli la bicicletta.

Con lui se ne va un pezzo di quel calcio romantico che ormai appartiene solo al passato.


domenica 26 aprile 2020

M. Il figlio del secolo

 




Dopo mesi di faticosa lettura sono giunto alla fine del libro di Scurati. Un libro duro e difficile da digerire per chiunque si professi antifascista. La narrazione mette a nudo la pavidità e l’inutilità di Vittorio Emanuele III re incapace di assumere decisioni. L’ignavia e la pochezza di molti celebrati intelettuali, da Croce a Pirandello a Malaparte, che per comodità, piaggeria e presunta superiorità diedero credito al regime.

L’insipienza di una sinistra che non seppe fare argine ma anzi si perse tra faide interne fino, di fatto, a favorire l’ascesa del fascismo. La contiguità tra ambienti della sinistra e fascismo da Nenni a Bombacci. L’infinita incapacità della vecchia politica italiana a capire i sommovimenti popolari, i Facta, i Giolitti, i Salandra, i Nitti, tutti a modo loro in qualche modo agevolarono l’ascesa di Mussolini. Furono in pochi a mantenere la barra salda da un lato Matteotti e dall’altra Don Sturzo, il primo assassinato il secondo allontanato dalla vita politica dal Vaticano.

Poi c’è lui “il figlio del secolo”, ignorante, puttaniere, un giocatore di poker per alcuni momenti della sua vita incredibilmente fortunato, pavido e vigliacco, voltagabbana in ogni momento della sua esistenza. Che sfrutta la vicinanza della Sarfatti per ripulirsi e accreditarsi presso l’intellighenzia del momento, Sarfatti che una volta conquistato il potere viene man mano allontanata non essendo più utile.

Viene descritto perfettamente il ruolo di D’Annunzio che senza rendersene minimamente conto preso dal suo ego ipertrofico e la sua ricerca continua dell’eroismo fine a se stesso, è colui che in qualche modo legittima un mediocre giornalista come guida per un’Italia che vive sulla retorica di una presunta vittoria “mutilata”, un D’Annunzio che per quattro lire si tacita quando la violenza fascista diventa palese.

Come ho detto all’inizio è un libro duro e difficile che costringe il lettore a continui ricorsi ad altri libri o alle risorse della rete per riprendere fatti, date, biografie di personaggi per riuscire a stare dietro in modo corretto al filo del racconto.

Un libro potente che dovrebbe essere letto soprattutto dai giovani per dimenticare quell’aura di misticismo ed epico valore che circonda la figura di un mediocre giornalista, politico e soprattutto uomo come Mussolini.