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venerdì 15 febbraio 2019
Meglio fare che sognare
In un articolo della "Stampa" di martedì 11 novembre 1975 leggo il resoconto del consiglio comunale che decise lo scioglimento della societa metropolitana e cioè della struttura (pubblica) che avrebbe dovuto costruire la metropolitana torinese a cui lo stato aveva dato il via libera nel 1969. alla luce dei fatti di oggi si leggono cose divertenti che dimostrino come il livello del dibattito sulle opere pubbliche non sia cambiato e come il "si può fare benaltro con quei soldi" di solito significhi semplicemente che non si farà nulla.
L'allora assessore Rolando disse "il tracciato di una sola direttrice non giustifica l'alto costo dell'opera e non risolve il problema del trasporto pubblico cittadino, in particolare non risolve il problema del pendolarismo per le aree a più alta densità residenziale dei lavoratori dell'industria" e via con altre elucubrazioni su tracciati, fondi statali e soluzioni alternative. Il risultato fu l'orrenda linea di "metropolitana leggera" fatta acquistando materiale rotabile apposito i mitici "maxitram" della serie 7000, 51 in origine poi ridotti a 22 e infine a 0 quando nel 2013 vennero definitivamente pensionati per impossibilitaà di manutenzione.
Come ben sapete Torino ha dovuto aspettare altri l'alba del secondo millennio per avere una linea di metropolitana (e manco ancora completa), non cedere alle pressioni Fiat e ai pre notav avrebbe fatto si che oggi magari ci muoveremmo su 2-3 linee e traffico e inquinamento sarebbero di molto minori.
Questa vicenda dovrebbe spiegare che barattare qualcosa a cui si sta lavorando da tempo per seguire delle presunte nuove vie non funziona e soprattutto è inutile.
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