L'altro giorno, scartabellando tra i file del pc mi è venuta fuori la foto che vedete. E' probabilmente del '76 o '77 e ritrae la formazione ragazzi della Juventus 48 di baseball di Torino (io sono il quarto da sinistra nella prima fila), ad una prima occhiata salta agli occhi che eravamo un tantinello sgarrupati, divise tutte di tonalità diverse (anche se in b/n si notano i millemila lavaggi subiti) e l'assoluta assenza di materiali di squadra (giubbotti, tute, cappellini, borse). Oggi una qualsiasi giovanile di qualsiasi sport potrebbe presentarsi così e i genitori lo accetterebbero? All'epoca nessuno batteva ciglio e siamo cresciuti comunque felici e uniti tanto che molti di quei ragazzi si frequentano ancora oggi a distanza di quasi 50 anni e forse quello era il vero valore dello sport e il suo insegnamento a prescindere dal risultato sportivo che per ragazzini che andavano dai 9 agli 11 anni era secondario rispetto all'essere un gruppo di amici.
Like a killer in the sun
Libri, cucina, baseball, calcio, sport in genere, politica e varia umanita'.
lunedì 19 febbraio 2024
sabato 19 agosto 2023
Ciao Carletto!
Campionato di Serie A 1975-1976, 26 giornata giocata il 18 aprile alle ore 15,30, si affrontano Torino e Fiorentina, con i granata lanciati verso il primo scudetto dopo Superga. Sulla panchina dei viola siede Carletto Mazzone da Roma. Pulici è qualche settimana che non segna ma in quel giorno potrebbe farlo anche da legato, e quindi in una partita molto combattuta Puliciclone (come lo chiamava Giani Brera fu Carlo) segna una tripletta pallonetto dal limite, colpo di testa e fuga a saltare il portiere e depositare in rete. Mentre trotterella verso il centrocampo per riprendere il gioco Mazzone gli fa un cenno, Pulici si avvicina e lui gli porge la mano per stringerla e complimentarsi. Carletto era sanguigno (come dimostrerà anni dopo in Brescia-Atalanta) ma aveva anche un grande rispetto per gli avversari e così voglio ricordarlo.
giovedì 11 maggio 2023
Il problema sono gli studenti fuori sede o le pessime performance delle Università italiane
Gran cagnara sui giornali per la protesta contro il caro affitti per gli studenti fuori sede, indignazione generale, commenti, proposte folli e assurde. Nessuno però si è soffermato su un dato che reputo essenziale, in Italia esistono 66 atenei pubblici distribuiti in modo abbastanza capillare su tutto il territorio, praticamente in ogni capoluogo di provincia, per un totale di 293 sedi universitarie. Al di là di corsi particolari che magari esistono in una sola sede e quindi lo studente che intende frequentarli non ha altra scelta che trasferirsi, cosa spinge ad andare a frequentare lettere a Roma piuttosto che a Palermo o a Torino?sarà che molte delle facoltà sono pessime e gli studenti se ne tengono, giustamente, alla larga? E se fosse così perché vengono tenute in vita a spese dei contribuenti senza che il ministero abbia nulla da eccepire. Quei denari andrebbero spesi per il diritto allo studio e probabilmente si risolverebbe anche, in parte, il problema degli affitti per i fuori sede. Quelle facoltà andrebbero chiuse o riformate, i Rettori e i Professori che le guidano valutati e, se necessario, dimessi. Ma si sa in Italia le Università sono gestite non con criteri di merito e performance ma solo per baronie e non è un caso che nessun ateno italiano sia nei primi 100 al mondo.
domenica 2 aprile 2023
Cucina questa sconosciuta
E ancora una volta mi trovo a dover parlare di quanto gli italiani pensino di conoscere la cucina mentre, nella realtà vivono di miti. Oggi è il turno di brioche, cornetto e croissant che molti, anzi quasi tutti, usano indifferentemente quando invece si riferiscono a ricette diverse. I veri pasticceri, non i "cake designer" cioè quelli che ricoprono ettari di pan di spagna di pasta di zucchero, sanno perfettamente che:
- Brioche si riferisce a un impasto che per 500 gr. di farina richiede 300 gr. di burro (in due fasi), di solito le brioche sono rotonde (simili al tuoppo siciliano);
- cornetto l'impasto è simile a quello della brioche ma ha meno burro, più o meno 100 gr. per 500 gr. di farina e la forma non è arcuata;
- croissant, anche se dal nome non sembra è di origine austriaca, non prevede le uova nell'impasto.
venerdì 24 marzo 2023
Ancora con sti oriundi... ma basta!
Maschio e Sivori in nazionale nel 1962 |
Vorrei ricordare ai soliti che strepitano sulla mancata identità della nazionale che l’Italia, storicamente, ha sempre attinto a piene mani dal sudamerica e con molti oriundi in campo abbiamo vinto anche dei titoli mondiali (nel ‘34 Orsi, Demaria, Monti, Guaita, Guarisi; nel ‘38 Andreolo), nel mondiale 2006 l’argentino Camoranesi.
Abbiamo naturalizzato gente che aveva già giocato, e pure vinto, con altre nazionali come Schiaffino, Ghiggia, Sivori, Altafini, Angelillo. Nell’ultimo europeo vinto abbiamo schierato tre brasiliani (Jorginho, Toloi e Emerson Palmieri), . Senza contare l’enorme numero di oriundi utilizzati dagli anni ‘30 ad oggi e parliamo di gente come Puricelli, Firmani, Sormani, Montuori, Pesaola, Libonatti, Cesarini, Sallustri.
Direi che possiamo tranquillamente piantarla con la retorica dell’identità della nazionale italiana.
giovedì 5 gennaio 2023
Greatings from Asbury Park, N.J.
Il 5 gennaio 1973 la Columbia Records, pur non troppo convinta, pubblica il primo album di Bruce Srpingsteen, “Greatings from Asbury Park, N.J”. Il titolo e la copertina sono già un manifesto del lavoro di Springsteen. Asbury Park è una città balneare del New Jersey che per il giovane Bruce era la fuga dalla Freehold piccola e soffocante e dove trovava i primi ingaggi da musicista. È un disco non ancora maturo nel quale non è ancora presente la E-Street band al completo, Little Steven parteciperà solo alla fase iniziale, alle tastiere c’è David Sancius che conosceremo in Italia per aver lavorato con Zucchero, alla batteria Vini Lopes. Dalla disco vennero estratti due singoli entrambi composti alla fine della lavorazione perché la casa discografica riteneva che l’LP non fosse all’altezza delle aspettative, il primo fu “Blinded by the lights” testo abbastanza autobiografico (il batterista pazzo del primo verso è Vini Lopes) e molto dylaniano dal punto della verbosità, la prima strofa potrebbe essere stata scritta da Bob senza problemi:
“Madman drummers bummers and Indians in the summer with a teenage diplomat
In the dumps with the mumps as the adolescent pumps his way into his hat
With a boulder on my shoulder feelin' kinda older
I tripped the Merry-go-round
With this very unpleasing sneezing and wheezing the calliope Crashed to the ground”.
Il secondo singolo è “Spirit in the night” nel quale il marchio di fabbrica sono i personaggi inseriti da Bruce nel racconto [Wild Billy (Billy "il Selvaggio"), Killer Joe (Joe "il Sicario"), Hazy Davy (Davy "il Pallido") e Crazy Janey (Janey "la Matta")] e che diventeranno una costante nella sua produzione.
La canzone che a mio parere è la più importante dell’album e che introduce tematiche che saranno presenti in praticamente tutto il lavoro di Springsteen è “It’s hard to be a saint in the city” nella quale racconta la di un ragazzo di provincia (come avrebbe potuto essere lui) catapultato nella Grande Mela e che si aggira per i bassifondi orgoglioso del suo aspetto e del suo modo di vestire cercando approvazione e fuga dalla realtà provinciale che lo opprime.
Tracce:
Lato A
Blinded by the Light
Growin' Up
Mary Queen of Arkansas
Does This Bus Stop at 82nd Street?
Lost in the Flood
Lato B
The Angel
For You
Spirit in the Night
It's Hard to Be a Saint in the City
Buon ascolto...
giovedì 29 settembre 2022
Andiamo in tour
Arriva l'autunno e arriva anche il momento di pensare ai regali di Natale, per questo motivo iniziamo la promozione del mio ultimo libro "Piazze, larghi e rondò". Segnatevi gli appuntamenti.
18 ottobre 2022 - ore 17.30, nell'ambito di "Ottobre con Graphot in Borgo Vittoria", presso la Piola Libreria di Catia - Via Bibiana 31
17 novembre 2022 - ore 18.00, presso la libreria Donostia - via Monginevro 85
lunedì 1 agosto 2022
Torino e gli immigrati
Nel 2017 pubblicavo questo post nel quale analizzavo i numeri reali dell'immigrazione a Torino a distanza di 5 anni penso sia il caso di aggiornare i dati.
A Torino gli stranieri residenti sono (circa) 131.590 , di questi 63.478 sono europei di varia nazionalità, 36.245 africani, 19.131 asiatici, 12.659 americani (per la maggior parte provienienti da Sud e Centro America), 34 provenienti dall'Oceania, e 43 di origine sconosciuta. notiamo come rispetto ai dati precedenti ci sia una diminuzione di circa 6.000 unità.
questi 131.000 sono così suddivisi in città:
Circoscrizione | totale residenti | stranieri presenti | % sul totale |
1 – Centro – Crocetta | 79.077 | 8.755 | 11% |
2 - Santa Rita - Mirafiori Nord - Mirafiori Sud | 133.350 | 13.960 | 10,4% |
3 - San Paolo - Cenisia - Pozzo Strada - Cit Turin - Borgata Lesna | 120.912 | 14.348 | 12% |
4 - San Donato - Campidoglio - Parella | 94.444 | 13.739 | 14% |
5 - Borgo Vittoria - Madonna di Campagna - Lucento - Vallette | 121.190 | 21.272 | 17% |
6 - Barriera di Milano - Regio Parco - Barca - Bertolla - Falchera - Rebaudengo - Villaretto | 104.351 | 26.095 | 24% |
7 - Aurora - Vanchiglia - Sassi - Madonna del Pilone | 83.067 | 16.226 | 20% |
8 - San Salvario - Cavoretto - Borgo Po - Nizza Millefonti - Lingotto - Filadelfia | 125.245 | 17.199 | 14% |
Totale | 861.636 | 131.594 | 15,2% |
da questi numeri possiamo dedurre che le circoscrizioni con la maggior presenza straniera siano la 6 e la 7, la primasicuramente più periferica e quindi anche quella con i costi di abitazione minori, la seconda raccoglie tutto il mondo che gravita attorno a Porta Palazzo.
Pare evidente come i numeri smentiscano la presunta "invasione" in atto, certo in alcuni quartieri rimane una forte tensione sociale, non diversa comunque da quella di altri periodi storici torinesi non lontano da oggi, ma di certo non imputabile ai cittadini stranieri.
Fonti: http://www.comune.torino.it/statistica/
venerdì 15 luglio 2022
Festa del Piemonte
Il 19 luglio 1747, nell'ambito della guerra di successione Austriaca, i francesi di Luigi XV cercarono di penetrare in Italia attraverso il colle dell'Assietta, il comandante delle truppe piemontesi Conte di Bricherasio ordinò, visto l'impari schieramento di forze, al Conte di San Sebastiano responsabile delle truppe sul colle di ritirarsi. Il Conte, sdegnato, rispose “Nojàutri bogioma nen”, e fermarono 40.000 francesi.... quel Bogia nen è stato spesso usato con una connotazione negativa per indicare una certa immobilità dei torinesi e dei piemontesi in genere, quando invece sta a indicare una fermezza e una testardaggine tipicamente subalpina.
Quest'anno dopo due anni di stop torna la Festa del Piemonte, il 16 e il 17 sul colle dell'Assietta avranno luogo i festeggiamenti il programma completo potete trovarlo su https://www.facebook.com/battaglia.Assietta/photos/a.1663368447089710/5206986732727846/?type=3
lunedì 11 luglio 2022
Pillole di Torino
Parte oggi il nuovo podcast dedicato a Torino alla sua storia e alle sue trasformazioni, saranno brevi pillole nelle quali di volta in volta affronteremo periodi diversi della storia. La prima puntata si occupa della sua fondazione e del periodo medievale. Buon ascolto.
Seconda puntata
La Torino medioevale
Terza puntata
Le statue erranti