venerdì 8 maggio 2020

"El Trinche"



A volte gli dei dello sport donano il talento a chi, per scelta di vita e di modo di viverla, non lo sfrutta per guadagno personale, per la gloria o per la fama, ma semplicemente perché si diverte a fare quello che fa. Così fu con Tomas Felipe Carlòvich “El Trinche” soprannome di cui nemmeno lui ricordava l’origine.

Figlio di immigrati croati capitati a Rosario in cerca di fortuna, ultimo di sette fratelli, dotato di quel talento che solo i grandissimo conoscono. Cresciuto sui campi in terra di periferia, legato al suo barrio (la Tablada di Rosario) e ai suoi amici, era l’attrazione massima dei campionati minori, i presidenti aumentavano il biglietto quando giocava lui perché Esta noche juega El Trinche”.

Centrocampista di talento, genio, irriverenza, la stessa che lo rivelò agli argentini quando la nazionale organizzò una partita di preparazione ai mondiali del ‘74, come avversario venne scelta una selezione di giocatori della zona di Rosario, l’unico proveniente dalle serie minori era lui “el Trinche” in un ora distrusse l’Albiceleste guidata da Vladislav Cap “el Polaco” che pregò l’allenatore avversario di togliere quel 5 dal campo.

Di lui si racconta che ricevesse un un bonus per ogni tunnel e un bonus speciale per ogni doppio tunnel, il “Doble caño”, che effettuasse; che prima dei mondiali del ‘78 Menotti l’avesse convocato ad un raduno a cui lui non sarebbe mai arrivato perché durante il viaggio aveva visto un bel fiume e si fosse fermato a pescare. Si affacciò solo brevemente al calcio professionista nel Rosario Central ma la nostalgia della sua vita normale non gli consentì di proseguire e di affermarsi ad alto livello.

Tutti i calciatori e allenatori argentini di quel periodo parlano di lui come di un calciatore formidabile, dotato di tecnica, tiro, visione di gioco; nel 1993 Maradona approdò al Newells old boys e al giornalista che gli diceva che tutta la città era orgogliosa di avere il più grande calciatore del mondo lui rispose “il più grande ha già giocato qua: era “el Trinche” Carlòvich.

Se ne andato oggi 8 maggio, aveva appena compiuto 71 anni, per i postumi di una caduta a seguito di una rapina, Due ragazzini l’avevano aggredito qualche giorno fa per rubargli la bicicletta.

Con lui se ne va un pezzo di quel calcio romantico che ormai appartiene solo al passato.


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