venerdì 27 settembre 2019

Greta, gretini, somari e cialtroni



Mi piacerebbe fare qualche puntualizzazione su quanto sta accadendo in questo periodo riguardo al clima e lo farò in modo schematico:

1) Greta ha 16 anni, di quale sindrome soffra non dovrebbe interessare a nessuno se non a lei e ai suoi genitori. Allo stesso modo non è lei a dover cercare soluzioni, a quell'età poni delle domande e se le risposte che si da sono assolute non deve stupire proprio per il fatto che a quell'età si tende a essere assoluti nei propri enunciati;

2) Gretini, è il nome con il quale somari e cialtroni, di cui parlerò più avanti,  appellano quelli che sono semplicemente ragazzi più o meno adolescenti ma comunque ancora in quell'età nella quale spesso impegno, disimpegno e cazzeggio si fondono in modo mirabile. Ma in fondo cerchiamo di non essere ipocriti alla loro età quando manifestavamo per la pace nel mondo, per la Palestina, per il caro vita, contro Galloni, Falcucci o Andreotti non lo facevamo perchè fossimo impegnati ma anche perchè si saltava un giorno di scuola, si filava la compagna di classe o magari si finiva mattina all'Impera a giocare a biliardo. Vi do una notizia, gli adolescenti  in questo non sono cambiati da 30 o 40 anni fa. Che riscoprano un impegno civico è una buona cosa perchè in fondo "libertà è partecipazione". Anche loro non sono quelli a cui chiedere soluzioni.

3) Somari in questa categoria rientrano tutti quelli che sfottono Greta e Gretini sparando, perlopiù, stupidaggini a raffica. Giornalisti, peones della politica, opinion leader, tuttologi un tanto al chilo, insomma tutta quella gente che vive solo se compare sui social, sulle pagine dei giornali o in TV tutti i giorni. La gentaglia alla Feltri (padre), Fusaro, Tiramani e via cantando.

4) Cialtroni cioè tutti quelli che avrebbero gli strumenti per intervenire e invece preferiscono limitarsi agli enunciati di principio. Capi di Stato, politici e anche scienziati soprattutto quelli che pontificano negli studi delle università o in quelli televisivi e non si sporcano le mani con la ricerca sul campo.

Infine parliamo dell'oggetto del contendere, il cambiamento climatico (essì abbiamo dei termini italiani per tradurre climate change) è un dato di fatto, se qualche somaro o cialtrone di cui sopra  dice che è fuffa, sappiate che mente. Allo stesso modo non esiste una comunità scientifica "divisa" sull'argomento, nessuno scienziato degno di questo nome dirà mai che il riscaldamento globale non esiste. Quello che, semmai, divide sono le due correnti di pensiero sulle causse del  riscaldamento una, maggioritaria che la imputa all'opera umana e una, minoritaria, che invece dice che in fondo i cambiamenti climatici ci son sempre stati e non c'è quindi da preoccuparsi più di tanto. Molto probabilmente la realtà sta nel mezzo e quindi il cambiamento climatico è frutto della combinazione dei due fattori. Ciò non toglie che i nostri comportamenti personali potrebbero dare una mano a migliorare la situazione anche perchè non è pensabile che il peso e il costo di quella che potrebbe essere una contrazione nei consumi la debbano pagare i paesi che sono su quel sottile confine tra povertà e sopravvivenza. Quello che dovremmo fare noi è migliorare i nostri comportamenti e i nostri consumi a partire dalle piccole cose tipo tenere qualche grado in meno in casa d'inverno, non pretendere di vivere in ghiacciaia d'estate, mangiare in modo più corretto e sostenibile (che non significa diventare vegani ma seguire il ritmo delle stagioni). Soprattutto dovremmo spiegare ai nostri "gretini", e anche alla generazione precendente alla loro, crresciuti in un mondo dove quello che per noi era lusso (tipo l'aria condizionata in casa) è standard di vita che si può anche vivere in modo diverso e non meno pieno e divertente. Che l'Europa la possiamo girare in treno e non necessariamente in aereo, che in casa d'inverno ci si copre e d'estate ci si scopre. Non saremo noi a risolvere il problema a livello globale ma se ognuno porta un mattoncino alla fine una casa la costruisci.

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