mercoledì 20 gennaio 2016

Shannara, dopo tanta attesa... che delusione!


Ho scoperto Shannara e Terry Brooks a metà anni ’80 quando un’amica mi imprestò il primo libro. È stato amore a prima vista e da quel giorno ho sempre aspettato con impazienza che uscisse il volume dopo e così per 30 anni, oggi siamo a 26 romanzi e il buon Terry non ha alcuna intezione di smettere. In questi giorni è uscito anche in Italia la serie “the shannara chronicles” e qui casca l’asino, non contesto l’ambientazione post-apocalittica che anticipa ciò che verrà descritto solo in molti libri dopo è sicuramente una scelta voluta per “modernizzare” una storia scritta molti anni fa. Contesto e con forza invece alcune scelte legate ai personaggi in primis Allanon. Così Brooks descrive il primo incontro tra lui e Flick “… Flick vedeva meglio lo straniero ora, e un rapido esame gli rivelò che era indubbiamente umano, seppure di una statura quale non aveva mai visto in nessun altro uomo. Era alto più di due metri, ma straordinariamento magro, anche se di questo era impossibile esserne certi perché era tutto avvolto in un mantello nero con un cappuccio spinto fin sulla fronte. Il viso in ombra era lungo, segnato profondamente, incavato. Gli occhi erano infossati e quasi compeltamente nascosti da sopracciglia folte che si congiungevano fieramente sopra il lungo naso piatto. Una barba nera, corta, incorniciava una bocca larga che disegnava sul volto una linea sottile… apparentemente immobile…” ora, capisco che trovare un attore che risponda perfettamente a queste caratteristiche sia molto difficile se non impossibile ma anche presentare un tizio palestrato come Russel Crowe e con un taglio di capelli che manco El Shaarawy sotto acido si permetterebbe, non mi pare un bel servizio alla storia. Di lì in poi un cumulo di errori e di invenzioni dalla gara di corsa per essere scelti come eletti, agli Elfi vestiti e pettinati come a una sfilata di moda il tutto in un’ambientazione molto glamour e non polverosa come invece si evince dalla lettura dei romanzi, per arrivare a una Paranor che è tutt'altro che una fortezza ma una sorta di caverna.
Mi dispiace che Brooks abbia avallato queste scelte perché alla fine vanno contro le scelte letterarie e probabilmente avvicineranno qualche giovane alla sua produzione ma allontaneranno i vecchi lettori.

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