lunedì 26 maggio 2014

I pifferi di montagna, riflessioni sulle elezioni europee


Il primo dato, incontrovertibile, è che le elezioni le hanno vinte Renzi e il PD ed è sotto gli occhi di tutti, il secondo è dato dalla debacle di Grillo, il terzo è la sconfitta netta di Forza Italia. Sarebbe il caso di analizzare i perché di questi dati, ridurre tutto agli 80 euro di Renzi oppure alla condanna di Berlusconi sarebbe di molto riduttivo.
 Innanzitutto i numeri: il PD passa dagli 8,5 milioni di voti del 2013 agli oltre 11 di ieri, in realtà il valore percentuale è relativo considerata la grande differenza di affluenza. A quanti gridano al record ricordo che comunque il PD prende 1 milione di voti in meno della sua migliore performance storica (2008 con Veltroni).
Forza Italia ha un vero e proprio tracollo a leggere i numeri visto che passa da 6,8milioni di voti a 4,6 ma in realtà sono grosso modo i voti che gli ha portato via Alfano.
Grillo è il vero sconfitto perde qualcosa come 3 milioni di voti e soprattutto fallisce l’obiettivo di recuperare voti dall’astensionismo.
Come dicevo ridurre la vittoria di Renzi agli 80 euro è veramente ridicolo a mio parere le cause che l’hanno resa possibile sono una campagna elettorale giocata sulla non nazionalizzazione del voto, un’immagine rassicurante data agli elettori e il messaggio “gli altri urlano e blaterano e noi invece facciamo”. Grillo ha perso per molti motivi innanzitutto per una campagna elettorale completamente sballata nei toni e nei temi, impostando tutto sul referendum pro e contro Renzi ha ottenuto il risultato di ricompattare l’elettorato del centro sinistra che tradizionalmente non si astiene. Poi ha alzato inutilmente i toni citando ad minchiam Hitler, Stalin e altri simpaticoni del genere, ha invocato i tribunali del popolo ecc… l’Italia, che è un paese tradizionalmente moderato e centrista, si è spaventata e buona parte del voto di protesta che aveva intercettato nel 2013 ha preferito non esprimersi. Questo ragionamento si lega alla presunzione di Grillo, ma soprattutto di Casaleggio, di creare un partito (piantiamola di parlare di movimento) solo con il marketing e la comunicazione presumendo che fosse la stessa cosa che già aveva fatto Berlusconi. Peccato che non ha capito che, a differenza sua, lui si era attorniato di politici scafati e capaci di modulare le campagne elettorali nei toni e nei contenuti, mentre i 5stelle si sono affidati a dei dilettanti che non sono stati capaci di valutare l’aria che tirava.
A sinistra si festeggia invece per il 4,3 della lista Tsipras, lo trovo un po’ patetico soprattutto perché, dati alla mano, ha perso oltre 300.000 voti rispetto ai risultati di SEL e Rivoluzione Civile alle politiche, segno che anche questa unione abortirà come già altre in passato. Questo continuo cambiare nomi e referenti non fa altro che indirizzare gli elettori della sinistra radicale o verso il non voto oppure vero il grillismo becero.
Tutto ciò tenenedo conto che le elezioni europee non vengono sentite come vere elezioni perché il parlamento europee non viene visto come un organo in grado di incidere veramente sulla vita quotidiana.

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