martedì 24 marzo 2015

Numero Zero



 
Dopo cinque anni Umberto Eco torna con un romanzo andando a esplorare un’epoca molto più vicina a noi. Nell’Italia del 1992 un misterioso “Commendatore” con interessi nell’editoria incarica Simei di mettere su un quotidiano dal nome “Domani”. Simei si mette all’opera e mette su una redazione variegata sotto la direzione di Colonna che è il personaggio che conduce la stora. Una redazione che rappresenta il mondo del giornalismo in tutte le sue sfaccettature dal redattore di mezz’età alla giovane giornalista specializzata in gossip. In realtà questo giornale non è destinato alla pubblicazione ma nelle intenzioni del Commendatore e di Simei dovrebbe essere una macchina del fango per tenere sotto scacco i potenti del momento. Il romanzo è una scusa per parlare del mestiere di giornalista e per rappresentare come si possono costruire le notizie rendendole credibili (concetto già esplorato nel Pendolo, in Baudolino e anche nel Cimitero di Praga), di come si possa leggere la storia collegando eventi non necessariamente legati tra loro. Troviamo quindi una cavalcata attraverso il secondo dopoguerra, dalla cattura di Mussolini a Gladio; dalla P2 al Golpe Borghese. Si finirà con un omicidio, una storia d’amore e una fuga e la precipitosa ritirata del Commendatore dall’impresa. C’è molto Eco in questo romanzo anche se per i suoi standard potremmo definirlo un racconto lungo, i personaggi sono descritti con maestria, le ricostruzioni storiche credibili anche quando possono sembrare inverosimili. Anche la parte su Gelli in parte ricopiata da Wikipedia è un esempio di come in questa società fortemente digitalizzata recuperare dati, testi e storie sia relativamente facile e di come nessuno si preoccupi dell’autorevolezza o meno delle fonti.