lunedì 30 luglio 2018

Costruire il nemico, riflessioni sull'attualità


Per tenere i popoli a freno,
di nemici bisogna sempre inventarne,
e dipingerli in modo
che suscitino paura e ripugnanza.”
(Umberto Eco)

Una delle ultime opere di Eco si intitola “Costruire il nemico” nel quale pubblica articoli pubblicati in diverse occasioni. Negli anni, fin dal Pendolo, Eco ha indagato il meccanismo della costruzione della bugia, del falso, del nemico. Con il pretesto del romanzo infatti riusciva ad andare a analizzare cosa spinge l’essere umano a mentire, che sia per tornaconto personale (Baudolino), oppure per gioco che finisce in tragedia (il pendolo), o perché si fa parte del gioco dello spionaggio e della politica (Il cimitero).

Nella prefazione del citato “Costruire il nemico” Eco scrive: “Anni fa a New York sono capitato con un tassista dal nome di difficile decifrazione e mi ha chiarito che era pakistano. Mi ha chiesto da dove venivo e gli ho detto dall’Italia. Mi ha chiesto quanti siamo ed è stato colpito che fossimo così pochi e che la nostra lingua non fosse l’inglese. Infine mi ha chiesto quali sono i nostri nemici. Al mio “prego?” ha chiarito pazientemente che voleva sapere con quali popoli fossimo da secoli in guerra per rivendicazioni territoriali, odi etnici, continue violazioni di confine e così via. Gli ho detto che non siamo in guerra con nessuno. Pazientemente mi ha spiegato che voleva sapere quali sono i nostri avversari storici, quelli che loro ammazzano noi e noi ammazziamo loro. Gli ho ripetuto che non ne abbiamo, che l’ultima guerra l’abbiamo fatta più di mezzo secolo fa, e tra l’altro iniziandola con un nemico e finendola con un altro. Non era soddisfatto. Come è possibile che ci sia un popolo che non ha nemici?...”

Questo brano dovrebbe far riflettere sull’utilizzo della paura e del nemico da parte del potere che si avvale di una potentissima macchina propagandistica. in questi anni, i due partiti oggi al potere, hanno creato “il nemico” e pur di mantenerlo, nonostante la loro conclamata incapacità, continuano ad alimentarla. Gli avversari sono gli stranieri, i mussulmani, i francesi, i tedeschi, le donne emancipate, gli omosessuali, i “buonisti” (qualunque cosa voglia dire questa parola), insomma è un martellare giornaliero che porta il cittadino medio italiano che è, purtroppo, poco acculturato e soprattutto pressochè incapace di controllare le notizie, a sfogare la sua rabbia contro le succitate categorie e mentre prima lo faceva solo sui social adesso si inizia anche per le strade, negli ultimi due mesi sono decine gli episodi di intolleranza verso stanieri o verso gli omosessuali accaduti in Italia. Le menti dietro a questa propaganda gongolano perchè riescono a distogliere l’attenzione dando in pasto all’opinione pubblica fatti spesso inventati oppure irrilevanti.

Le previsioni per il futuro non sono buone soprattutto se la gente non si sveglierà dal torpore nella quale è caduta.

Il Capitano Simonini e la sua visione del mondo...

...I tedeschi li ho conosciuti, e ho persino lavorato per loro: il più basso livello di umanità concepibile. Un tedesco produce in media il doppio delle feci di un francese. Iperattività della funzione intestinale a scapito di quella cerebrale, che dimostra la loro inferiorità fisiologica...”

...Sono cattivi. Uccidono per noia. È l'unico popolo che ha tenuto occupati per vari anni i suoi cittadini a tagliarsi reciprocamente la testa, e fortuna che Napoleone ha deviato la loro rabbia su quelli di altra razza, incolonnandoli a distruggere l'Europa...”

...L'italiano è infido, bugiardo, vile, traditore, si trova più a suo agio col pugnale che con la spada, meglio col veleno che col farmaco, viscido nella trattativa, coerente solo nel cambiar bandiera a ogni vento – e ho visto che cosa è accaduto ai generali borbonici non appena sono apparsi gli avventurieri di Garibaldi e i generali piemontesi... “

Vi sono anche degli invertiti, che si occupano di catturare depravati o depravate, per i servizi più luridi. Raccolgono i clienti al Palais-Royal o agli Champs-Élysées e li attirano con segni convenzionali...”

Qualcuno ha detto che le donne sono solo un surrogato del vizio solitario, salvo che ci vuole più fantasia. Così torno a casa e le sogno di notte, non sono mica fatto di ferro, e poi sono loro che mi hanno provocato.”

(Il cimitero di Praga – Bompiani 2010)

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sabato 21 luglio 2018

Ultime letture

Questo è un sunto delle mie letture degli ultimi due mesi. Ho avuto un trip per Marcello Simoni e ho letto in rapida successione "Il mercante di libri maledetti", "Il marchio dell'inquisitore" e "Il monastero delle ombre perdute"


Scritti sicuramente bene anche se lasciano "istante deja-vu" (cit. Guccini) di almeno altri 10 autori e senza scomodare il Sommo Eco. Comunque un'ottima lettura estiva.

Poi ho affrontato un libro misconosciuto scoperto grazie a Beto dell'Angolo Manzoni, si tratta di "Le venti giornate di Torino" di Giorgio De Maria.
Libro sicuramente interessante soprattutto alla luce della biografia dell'autore eclettico a dir poco e riscoperto dalla casa editrice americana Norton che fino a quel momento aveva pubblicato un unico autore italaliano...Italo Calvino!. libro complesso "pulp, molto pulp, pure troppo" (cit. Thomas Prostata), con tante cose dentro e la descrizione di una Torino anni'70 molto interessante e anche abbastanza diversa da quella di Fruttero-Lucentini. A mio avviso un romanzo monco nel senso che manca almeno un capitolo finale.

Sono arrivato anche alla fine di  "La scomparsa di Josef Mengele" di Olivier Guez. Interessante, in bilico tra romanzo e ricerca storica traccia il ritratto di un uomo senza qualità che ha trovato nel nazismo una ragione di esistenza.




lunedì 16 luglio 2018

Allez les blues



Ogni volta, puntuale come le tasse e una scempiaggine di Di Maio, che la Francia vince un torneo calcistico saltano fuori i genialoidi che attaccano con la solfa “ha vinto l’africa”, “non sono francesi” e tutto il campionario di bestialità salviniane al seguito.
Partiamo dal presupposto che il campionato del mondo di calcio è per federazioni e che non necessariamente queste rappresentano anche nazioni indipendenti (vedi Galles, Irlanda del Nord, Scozia) e comunque fosse anche per nazioni non sarebbe mai per etnia. Questo è il primo punto da tenere bene a mente e già basterebbe per spernacchiare i protofascisti di casa nostra.
Poi però possiamo approfondire e andare a vedere i calciatorio che ieri hanno vinto la coppa per la Francia, Lloris è nato a Nizza, Pavard a Maubeuge, Varane a Lille, Umtiti a Youndè (finalmente uno nato fuori dalla Francia), Hernandez a Marsiglia, Pogba a Lagny-sur-Marne, Kantè a Parigi, N’Zonzi a La Garenne-Colombes, Matuidi a Tolosa, Mbappé a Bondy, Griezmann a Macon, Giroud a Chambery, Tolisso a Tarare, Fekir a Lione. Tanti sono figli di immigrati di prima o di seconda generazione, si sono formati a tutti gli effetti in Francia sia dal punto di vista scolastico che sportivo, altri come Varane sono francesi esattamente come Pavard o Giroud visto che il padre è della Martinica che è territorio francese e la madre nata in continente.
La realtà è che tutti guardano alla pelle e non al diritto, se lo facessero scoprirebbero che Lloris e Hernandez sono di origine spagnola ma loro sono bianchi e quindi...

Aggiornamento al 17 luglio, ieri ho controllato solo i giocatori scesi in campo nella finale oggi aggiungo anche le riserve: Areola nato a Parigi, Mandanda a Kinshasa, Kimpembe a Baumont-sur-Oise, Rami a Bastia, Mendy a Longjumeau, Sidibé a Troyes, Lemar a Baie-Mahaul, Dembélé a Vernon, Thauvin a Orléans. Anche in questo caso vediamo che l'unico nato fuori Francia è Mandanda che arrivò da rifugiato scappando dalla Repubblica Democratica del Congo.