lunedì 19 giugno 2017

Ius soli, cittadinanza e propaganda


Innanzitutto qualche definizione tratta da treccani.it

CITTADINANZA: condizione di appartenenza di un individuo a uno Stato, con i diritti e i doveri che tale relazione comporta; tra i primi, vanno annoverati in particolare i diritti politici, ovvero il diritto di voto e la possibilità di ricoprire pubblici uffici; tra i secondi, il dovere di fedeltà e l’obbligo di difendere lo Stato, prestando il servizio militare, nei limiti e modi stabiliti dalla legge.

ETNÌA: In etnologia e antropologia, raggruppamento umano basato su caratteri culturali e linguistici. Spesso usato, nel linguaggio giornalistico, con il sign. di minoranza nazionale, gruppo etnico minoritario.

STATO: Comunità politica costituita da un popolo stanziato in un determinato territorio, organizzato unitariamente come persona giuridica collettiva e titolare di un potere sovrano (governo) cui si è riservato il monopolio dell’uso legittimo della forza (potere coattivo), allo scopo di garantire l’ordine pubblico interno e di assicurare la difesa contro eventuali nemici esterni

Com’è evidente solo i concetti di cittadinanza e di stato sono collegati e perlopiù indicano una condizione giuridica. Dare alla legge sulla cittadinanza una valenza etnica come stanno facendo alcuni partiti è una buffonata buona sola a raccogliere i consensi degli ignoranti.

Veniamo comunque al punto la cittadinanza italiana si può variamente acquisire:
  • automaticamente, secondo lo ius sanguinis (per nascita, riconoscimento o adozione, da anche un solo genitore cittadino italiano), oppure secondo lo ius soli (solo nati in Italia da genitori apolidi ovvero da genitori noti il cui ordinamento giuridico di origine non contempla lo "ius sanguinis");
  • su domanda, secondo lo ius sanguinis o per aver prestato servizio militare di leva o servizio civile;
  • per elezione se si nasce in Italia da genitori stranieri e ci si risiede legalmente ed ininterrottamente fino ai 18 anni; la dichiarazione dev'essere fatta entro un anno dal raggiungimento della maggiore età;
  • per naturalizzazione, dopo 10 anni di residenza legale in Italia, a condizione di assenza di precedenti penali e di presenza di adeguate risorse economiche; il termine è ridotto a 3 anni per ex cittadini italiani ed i loro immediati discendenti e per gli stranieri nati in Italia, 4 anni per i cittadini di altri paesi dell'Unione europea e 5 anni per gli apolidi ed i rifugiati.
  • per matrimonio con un cittadino italiano, dopo due anni di residenza legale in Italia o dopo tre anni di matrimonio se residenti all'estero (termini ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi), a condizione di assenza di precedenti penali.
  • su domanda, per essere nati in territori già italiani.
  • su domanda, per essere nati in territori già appartenenti al disciolto Impero austro-ungarico.
  • legge dello Stato al quale questo apparteneva, ossia se il paese imponeva o concedeva la cittadinanza estera solo per ius soli e non per ius sanguinis.

Veniamo ora alla proposta di legge in votazione al senato, al contrario di ciò che vanno cianciando opinionisti, politici e commentatori vari, non apre la porta a nessun invasione perché di fatto serve solo a regolarizzare in modo semplice la cittadinanza per persone nate, cresciute e scolarizzate in italia. Infatti prevede due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: si chiamano ius soli  temperato e ius culturae.

Lo ius soli “temperato” presente nella legge prevede che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri:
-un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale;
-un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;
- superare un test di conoscenza della lingua italiana.

In tal caso, la cittadinanza si acquista mediante dichiarazione di volontà espressa da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale all'ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età dell'interessato.
Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, l'interessato può:
  • rinunciare alla cittadinanza acquisita, purchè sia in possesso di altra cittadinanza, ovvero;
  • fare richiesta all'ufficiale di stato civile di acquistare la cittadinanza italiana, ove non sia stata espressa dal genitore la dichiarazione di volontà. 

Il cosiddetto ius culturae  passa attraverso il sistema scolastico italiano. Potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico. I ragazzi nati all’estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.

In tal caso, la cittadinanza si acquista mediante dichiarazione di volontà espressa da un genitore legalmente residente in Italia o da chi esercita la responsabilità genitoriale all'ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età dell'interessato.
Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, l'interessato può:
  • rinunciare alla cittadinanza acquisita, purchè sia in possesso di altra cittadinanza, ovvero:
  • fare richiesta all'ufficiale di stato civile di acquistare la cittadinanza italiana, ove non sia stata espressa dal genitore la dichiarazione di volontà.

È abbastanza evidente quindi che tutto ciò non c’entri nulla con i clandestini, i rifugiati ecc… ma riguardi un milione circa di minori che abita e vive tra di noi, ci si potrebbe chiedere a cosa serve questa legge… serve ad allargare i diritti ma anche i doveri e a non lasciare questi cittadini nel limbo per anni, infatti oggi si hanno solo 12 mesi per presentare la domanda e lo stato ha 2 anni per rispondere ma il più delle volte la lentissima burocrazia italiana proroga tale termine in alcuni casi fino a 10 anni impedendo a queste persone di muoversi sul territorio europeo, spesso di studiare o partecipare a borse di studio o dottorati o anche solo di sposarsi o registrare dei figli all’anagrare. La cittadinanza non ha nulla a che fare con le tradizioni e altre menate protoleghiste è solo, lo ripeto, una condizione giuridica che assegna dei diritti e dei doveri nei confrnti dello stato.

lunedì 5 giugno 2017

Grandi poteri, grandi responsabilità

Così dice Ben Parker a suo nipote Peter ricordandogli che l'essere Spider Man porta delle precise responsabilità sulle sue giovani spalle. Allo stesso modo diventare sindaco di una grande città (ma anche di un paesino) impone l'assunzione di responsabilità e l'addossare le colpe ai predecessori non serve a nulla se non a farsi ridere dietro. La "rivoluzionaria" madamin appendino continua con pervicacia a non leggere il TUEL e il regolamento di polizia urbana della città e così fa finta di non sapere che le pecche di sicurezza e controllo dipendevano direttamente da lei e in questo è spalleggiata da un nugolo di pseudo giornalisti che non fa nemmeno lo sforzo di leggere la normativa in questione.